Quarto scudetto consecutivo, la conquista della decima coppa italia e un percorso fantastico in Champions interrotto in finale dalla squadra più forte: il Barcellona. Esattamente 11 mesi fa Antonio Conte, svuotava l’armedietto di Vinovo e davanti le telecamere salutava per l’ultima volta quelli che per anni erano stati i suoi più grandi sostenitori. Gran caos quel giorno, colpa della società per molti, “non hanno comprato Sanchez e Cuadrado…”, poi è arrivato un Max sorridente e impassibile nonostante tutto, come se quelle uova e quei cori non lo toccassero più di tanto. Presentazione poi gli acquisti di alcune pedine che si riveleranno fondamentali nella stagione: Kingsley Coman, Patrice Evra, Roberto Pereyra e Alvaro Morata. Su quest’ultimo, una baraonda di insulti piovono dai tifosi ‘esperti’ del mercato “Avevamo il capocannoniere della Serie A, Immobile e andiamo a comprare uno scarto del Real Madrid per più di 20 milioni?!”. I risultati ora sono sotto gli occhi di tutti, Immobile in svendita a Dortmund, Morata dopo una stagione eccezionale è titolare con la Roja ed è chiamato a tornare a casa, a Madrid.
11 mesi intensi e inaspettatamente vincenti (molti davano la Roma con il tricolore sul petto a metà Luglio), nei quali Allegri ha dovuto far rimangiare le parole a molti scettici a suon di vittorie e prestazioni convincenti che hanno fruttato 2 trofei, quasi 3.
Oggi Massimiliano Allegri ha parlato alla Gazzetta dello Sport, spaziando su vari campi: dalle sensazioni in finale di Champions agli obiettivi del prossimo anno, poi le strategie di mercato e gli elogi alla società: “Se lavori alla Juve c’è tanto da fare e questa sarà un’estate cruciale. Non dobbiamo pensare ai risultati, ma a migliorare noi stessi. Gli obiettivi poi sono i soliti: scudetto, coppa Italia e sogno Champions che va avanti. Il primo obiettivo è fare la storia conquistando il quinto scudetto consecutivo: la Juve ci è riuscita soltanto negli anni Trenta ed era un altro mondo. Però il club vuole consolidarsi in Europa, nell’élite dove siamo entrati prepotentemente.
Sulla finale di Champions: “A Berlino e’ stata bella partita, una delle più belle finali europee degli ultimi anni: ricordiamoci che il grande Manchester United con il Barça non passava la metà campo. Noi invece ce le siamo date, sull’1-1 ho pensato che avremmo vinto, poi è andata come andata, ma senza rimpianti, anche se avremmo potuto fare di più. Ci è mancata un po’ di convinzione, ce l’abbia- mo messa tutta, e non è in contraddizione con quello che dicevo prima. Le lacrime dei miei giocatori non volevano dire “chissà quanto tempo ci metteremo ad arrivare di nuovo fin qui”, ma piuttosto “potevamo davvero battere il Barcellona e non ci siamo riusciti”. La squadra ha una consapevolezza nuova, ha più autostima, anche in campo internazionale. Sono molto orgoglioso di questa crescita”.
Sui giocatori: “Morata, ragazzo stupendo e un giocatore che può soltanto migliorare. Se proprio devono venderlo spero almeno che il club incassi 70-80 milioni. Questo è il valore attuale di Morata. Credo che si debba puntare su di lui e anche su Coman, un altro giovane di eccezionale livello, che ha bisogno di un po’ di tempo per esplodere. Per Pogba si tratterebbe di una scelta societaria e non tecnica: a certe cifre è difficile dire no. Ma se Paul resta a Torino deve farlo con la testa giusta, senza rimpianti. Perché quello che abbiamo raggiunto in questa stagione è solo un punto di partenza e per costruire il futuro della Juve servono giocatori giovani e motivati oltre ai senatori che possono trasmettere lo spirito giusto. Tevez dipende da lui chi resta deve sapere che il lavoro per la prossima stagione sarà ancora più intenso. Non voglio gente che si ferma a contemplare i successi. C’è bisogno di ripartire con idee forti. Sarà una stagione delicata, con scelte importanti per il futuro. Importante gli innesti di giovani come Berardi, Rugani, Zaza, che vanno ad aggiungersi ai giocatori che già abbiamo, nati negli anni Novanta. E poi mi dica quanti difensori ci sono in Europa più forti di Bonucci, Chiellini, Barzagli, e ci metto anche Ogbonna”.
Sugli acquisti estivi: “Dybala serve per costruire un ciclo. La finale è anche il frutto di un lavoro di anni che va consolidato. E una delle cose più belle di Berlino è stata la felicità dei tifosi, l’entusiasmo nonostante la sconfitta. La mentalità sta cambiando. Per stare sempre ai primi posti in Europa ci vuole la mentalità giusta di tutto l’ambiente e servono i protagonisti giusti. Con il club siamo d’accordo: servono giocatori di esperienza che possano far crescere i giovani. Mi piace Oscar, ma mi piacciono anche Isco, Pastore, Di Maria, Kroos. Tutti giocatori da Champions. Mandzukic è un buon elemento per ripartire all’assalto. La società ha tutta la voglia che serve per costruire una squadra europea. Il mio punto di vista coincide con quello dei dirigenti, la Juve intanto lavora per consolidarsi. La Juve non è antipatica, è che ha vinto molto e si è creata una rivalità con il resto d’Italia per questo motivo. Ma ha milioni di tifosi nel mondo, quindi può stare tranquilla. I dirigenti della Juve non hanno bisogno di questi suggerimenti. Lavorano bene da anni e l’ambizione di Andrea Agnelli è indiscutibile. Dobbiamo costruire qualcosa di forte, una Juve che sia sempre fra le prime in Europa e giochi un bel calcio. C’è da lavorare ancora tantissimo”
Su Buffon: “Io quando scrivo la formazione sulla lavagna il portiere non lo metto mai. Buffon però è un fuoriclasse vero, non so se e quando rinascerà un portiere come lui. Ho avuto la fortuna di allenare tanti campioni, gente con enorme personalità, ma ne dico due su tutti: Buffon e Nesta”.
Sulla foto della stagione: “La rimonta di Coppa Italia a Firenze. L’entusiasmo dei miei giocatori per quell’impresa è qualcosa che difficilmente si può archiviare”.
