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Andrea Bertolacci: 20 milioni per non diventare un altro champagne

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L’hashtag #Bertolacci da ieri sera impazza su Twitter; suona forte, fortissima, la notizia che il Milan sia vicino a chiudere con la Roma per il suo acquisto per una cifra altissima: 20 milioni di euro, 15 puliti, subito, cash, gli altri legati ad alcuni bonus. Ma Bertolacci 20 milioni di euro? Ma sul serio? Sembra paradossale pensare che Andrea Bertolacci, 24enne di Roma, che in carriera ha militato solo nel Lecce e nel Genoa per un totale di solo 131 presenze18 reti in Serie A (che scarsa la Serie A…) possa costare e valere davvero 20 milioni di euro!

“Con quei soldi avresti preso chiunque…” il commento standard accostato alla notizia: tifosi milanisti e non che rabbrividiscono al pensiero che la propria squadra arrivi a spendere così tanto per un ragazzo dal cognome non altisonante. Perchè la verità forse sta proprio qua: Bertolacci non è quel giocatore che fa vendere le magliette, non è quel giocatore che riempie lo stadio il giorno della presentazione al pubblico e probabilmente non riempie nemmeno le prime pagine dei quotidiani, se non per l’importanza della cifra che il Milan sborserebbe eventualmente alla Roma per il suo acquisto. Il problema, in Italia è di fondo: non siamo in grado di concepire quanto effettivamente il mercato calcistico sia  imploso: i prezzi sono alle stelle, ma già da qualche anno, non da questa sessione, dove l’Inter compra Kondogbia per 40 milioni di euro, già da tempo, fare mercato oculatamente, è impresa ardua. Nella politica di un mercato di questo tipo, Bertolacci vale 20 milioni di euro, semplicemente, sempre in Italia, non siamo abituati a leggere e realizzare cifre di questa portata per un giocatore giovane, italiano, cresciuto nei nostri vivai.

Probabilmente, se nell’estate del 2012, qualche squadra italiana avesse avuto il coraggio, e la forza di volontà (oltre che economica), di spendere 20 milioni per un ragazzino di 20 anni che ancora non aveva mai esordito in Serie A, beh, sì, forse si sarebbe gridato allo scandalo, o all’eresia, ma probabilmente avremmo modo di ammirare Verratti all’interno dei nostri confini, e non diventare champagne tra le fila del PSG. Un ragazzo italiano sembra non possa costare più di quei 10/12 milioni standard che vengono spesi mediamente per un calciatore in una sessione di mercato da una squadra medio-alta di Serie A, quando all’estero i giocatori già da anni si pagano fior fior di milioni (come del resto noi siamo abituati a strapagare gli stranieri): così un “Bertolacci 20 milioni” suona male, lo capiamo bene anche noi, ma quando una squadra del calibro del Manchester United arriva a pagare 40 milioni di euro, un terzino sinistro del Southampton di 19 anni, che poi l’anno dopo gioca la bellezza di 14 partite con la maglia dei reds, ci sta perchè “Shaw è un fenomeno!”. E a nessuno viene la pelle d’oca al pensiero che l’Inter, dopo aver brillantemente chiuso la trattativa per uno dei migliori prospetti del calcio europeo (Kondogbia, ndr), per completare il proprio reparto di centrocampo, è a un passo dal chiudere per un altro francese, Giannelli Imbula, per una cifra che complessivamente costerà ai nerazzuri circa 19/20 milioni di euro (prestito con obbligo di riscatto la formula utilizzata). Imbula è straniero, non lo conosciamo, se non per quei 2/3 goal che ci trasmettono costantemente in televisione o per i classici video Skills & Goal” (dove tutti sembrano fenomeni con un montaggio ad hoc, la musica del momento ed effetti di luce da capogiro) che tutti siamo soliti guardare su YouTube quando arriva in Italia un giocatore di cui non conosciamo minimamente le doti.
Per tali motivi poi la Roma, per sopperire all’assenza di Castan, corre sul mercato, e paga complessivamente, tra richiesta di prestito iniziale e riscatto successivo, quasi 7 milioni Mapou Yanga-Mbiwa, diventato l’idolo dei tifosi dopo il goal nel derby, mentre un prodotto del proprio vivaio, classe 1995, fa sfracelli alla corte di Sinisa Mihajlovic in maglia blucerchiata: parliamo di Alessio Romagnoli, che grazie ad una squadra importante che ha voluto credere in lui, conosciamo oggi come uno dei migliori giovani difensori italiani.

Qua nessuno vuole asserire che Bertolacci valga davvero quei 20 milioni, o che sia Verratti o che Imbula non sia all’altezza, sia chiaro, ma perchè non provare ad effettuare quel “salto mentale” che, non dico sicuramente, ma forse ci aiuterebbe ad avvicinarci, quantomeno come mentalità, ai grandi campionati europei? Accettiamo che i prezzi del mercato sono quelli che sono, accettiamo che anche un ragazzo italiano può valere questi soldi e, forse, ritroveremo quello spirito nazionale che nel tempo è andato via via sempre più affievolendosi e che, chissà, non abbia contribuito al lento declino del nostro intero movimento calcistico.

Christian Marziano

 

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