Bournemouth è una ridente cittadina del sud dell’Inghilterra, che oggi, più che per il turismo, è famosa per l’Athletic Football Club, la sua piccola grande squadra di Premier League.
Pensare che questa meravigliosa storia sarebbe potuta rimanere soltanto un sogno, se nel 1997 non fosse successo un miracolo, anzi un’impresa dei tifosi di questo club, fondato come il Milan, con cui condivide anche i colori sociali, nel 1899; i Rossoneri d’Oltremanica diciotto anni fa erano vicini al fallimento, quando i supporters salvarono la società con la prima trust calcistica della storia dell’Inghilterra, con cui si raccolsero le trecentocinquantamila sterline necessarie per evitare la bancarotta dell’AFC.
Undici anni di quotidiane difficoltà, finchè nel 2008 arrivò la retrocessione in League Two, la nostra serie D. La successiva stagione è diventata famosa come la “Great Escape”, la rimonta del Bournemouth, capace di salvarsi con 17 punti di penalità.
Da allora solo gioie e vittorie, grazie anche all’arrivo dell’allenatore Eddie Howe e così dopo due iniziali promozioni, ecco fatta la storia, il 27/4/2015, il club batte 3-0 il Bolton e vincendo il Championship, riesce a raggiungere la tanto sognata Premier League.
Dopo due sfortunate sconfitte con Aston Villa e Liverpool, ieri l’AFC, grazie soprattutto alla tripletta del bomber di ogni categoria Callum Wilson, ha scritto la parola fine ad una meravigliosa fiaba degna secondo il presidente Jeff Mostyn della penna di Hans Christian Andersen e fatta di umiltà, passione e orgoglio.
Una conclusione meravigliosa, o chissà, un nuovo inizio per il Bournemouth, le cui imprese non conoscono limiti.
Federico Nannetti