Si è conclusa ieri la quarantaquattresima Copa América; i numeri di questo torneo sono tanti e molti lasciano il tempo che trovano:l’unico dato che risalta davvero è che questo è un trofeo antico e prestigioso e vincerlo conta e tanto e ieri il Cile,dopo novantanove anni ha finalmente scoperto cosa voglia dire.
Già,ci è voluto quasi un secolo,ma finalmente si è presentata la grande occasione: un torneo organizzato in casa,da giocare con una delle migliori Selecciones della sua storia.
La Roja di Sampaoli ha già ben figurato ai mondiali 2014,fermata “Ad un centimetro dalla leggenda” come Mauricio Pinilla ha voluto tatuare sul proprio corpo,ma si è rafforzata ulteriormente per questo grande appuntamento: simili interpreti,ma maggiore consapevolezza dei propri mezzi.
Dopo una fase a gironi non brillantissima,Vidal e compagni sono cresciuti dai quarti in poi e l’incidente dello juventino è stato un piccolo ostacolo. Anche l’Argentina si è presentata come squadra in crescita alla finale: ci si aspettava la grande semifinale con il Brasile,invece la sfida con il Paraguay è stata una sorta di formalità.
La Copa ha in parte deluso per lo spettacolo e per gesta dei singoli,c’è stata tanta lotta,qualche piacevole sorpresa,come il Perù ancora in semifinale o la Bolivia qualificata ai quarti dopo molti anni,accompagnata da qualche altra delusione: è il caso del Brasile,altro grande sconfitto,mai apparso in grado di arrivare fino in fondo.
Così nonostante sfide sofferte per la Roja contro il Perù e per l’Albiceleste contro la Colombia si è arrivati alla finale più attesa: i padroni di casa da una parte,l’Argentina dei fenomeni dall’altra. La gara è stata il simbolo di questo torneo: tanta,tantissima lotta e poche occasioni,due in particolare: l’errore sotto porta di Higuain e un gol in contropiede fallito da Sanchez. I rigori sono l’esito più giusto: aprono Mati Fernandez e Messi,entrambi realizzano,poi Vidal ancora gol e Higuain alto (ancora una volta il Pipita delude dagli 11 metri) ,il Cile si porta sul 3-1 ,sbaglia anche Banega e così è Sanchez l’uomo del destino,della vittoria tanto attesa che segna con un cucchiaino che è già storia. Claudio Bravo alza la prima storica Copa América del Cile e tutto un Paese si riversa nelle strade a festeggiare; lentamente ci si sta riprendendo dalla feroce dittatura degli anni ’80 e ’90 e questa vittoria darà un ulteriore slancio alla nazione.
Perdono ancora Messi e compagni,tanto vincenti e famosi con i propri club,quanto sfortunati in nazionale; ci sarà tempo per rifarsi,forse,già l’anno prossimo per la storica Copa América del centenario,ancora più grande e competitiva,arrivederci a USA 2016!
Federico Nannetti