« Ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. »
Dopo un avvio incerto e risultati che lasciavano molti dubbi ai tifosi napoletani, nella città partenopea è esplosa la Sarri Mania! Anche i più critici, ora, lascano spazio a dichiarazioni che stupiscono il tecnico e lo consacrano come vera scommessa positiva di questo campionato.
L’inizio della sua carriera calcistica è un misto tra realtà e fantasia, come in tutte le fiabe che si rispettino. Figlio di operai toscani, il padre lavorava all’Italsider di Bagnoli, quartiere della città campana. Cresciuto a Figline Valdarno, in provincia di Firenze, si divide in gioventù tra il ruolo di calciatore dilettante e dirigente di banca per la Montepaschi in Toscana, a Londra, in Svizzera e Lussemburgo. La mattina lavora in banca, al pomeriggio o sera si allen. Faceva il terzino, un tipo grintoso, con un bel fisico, ma tecnicamente non brillava ed era sempre un po’ stronco, una volta il ginocchio, una volta la schiena non riusciva ad avere una certa continuità di gioco. Nel 2002 lascia il lavoro per intraprendere la carriera di allenatore, con l’aiuto del suo amico Vanni Bergamaschi, che gli diede la sua prima squadra: la Stia.
Da quel giorno il nostro Maurizio iniziò a dedicarsi a tempo pieno al calcio.Le squadre si susseguono e milita in tutte le leghe, prima di approdare all’Empoli, dove ha il suo grande debutto a livello nazionale e dove le sue tecniche di allenamento lo mettono in risalta sul grande palcoscenico della Serie A. Dopo un paio di anni alla guida della squadra, un altra piazza, molto più blasonata di quella degli empolesi, gli apre le porte al calcio internazionale. Stiamo parlando del Napoli.
All’avvio della stagione, con la sconfitta a Sassuolo, già iniziavano ad emergere i primi scettici che con il susseguirsi delle giornate presero sempre più piede. Alla terza giornata il Napoli del Mister toscano galleggiava nelle zone basse della classifica con appena due punti conquistati ,non certo contro squadre di livello internazionale, iniziò ad attirare su di sè gran parte della critica negativa. Ma il nostro ”Mister 33”, così soprannominato per via dei suoi vari schemi tattici, non ha mai mostrato segni di cedimento continuando imperterrito ad inculcare ai calciatori Azzurri il suo modo di vedere il calcio. Dalla partita con il Club Bruges, si iniziarono a vedere i primi segni di miglioramento, i primi segni della totale dedizione a questo sport del nostro “Mister 33”. Si iniziarono a vedere gli schemi e le tattiche che hanno reso Sarri il nostro “mister di campagna”, come lo definì Pardo difendendolo a spada tratta contro tutti e tutto. Da quella notte ci fu, finalmente, la consapevolezza che quest’uomo, tanto criticato, poteva davvero sorprendere tutti e dimostrare ancora una volta che la fama non ti rendono, per forza di cose, il migliore. Da li in poi tutto in discesa, dalla stratosferica vittoria contro la Lazio, dove i Partenopei surclassarono gli avversari, alla vittoria contro i rivali Juventini, a quella contro il Legia in Europa e ultima, ma solo cronologicamente, quella contro i Rossoneri di Mihajlovic, il Napoli ha dimostrato di essere una “grande” con le “grandi”. In mezzo a tutto ciò, una sola pecca, il pareggio contro il Carpi. Sarà mica di nuovo il Napoli che diventa giganteggia solo contro le big, lasciando sempre punti contro squadre molto meno blasonate?
Questo solo il tempo ce lo dirà, ma ora Sarri, nel bene o nel male, sarà sulla bocca di tutti i Napoletani.