Uno dei principi base del coaching insegna che “la differenza tra un semplice obiettivo e un risultato è un metodo”.
Per diventare fantallenatori vincenti potete (come tanti) affidarvi a veggenti e presunti esperti di cui sono pieni i forum on line e le trasmissioni sportive in TV.
In un primo momento, vi sembrerà una scorciatoia furba ma col senno di poi potrete facilmente scoprire (come ho fatto io) che quel metodo è troppo rischioso. Perché? Perché i pronostici, si sa, sono fatti per essere smentiti e affidandovi a voci esterne rischiate di dare le chiavi della vostra preziosa squadra a qualcuno che non sa assolutamente dove portarla…
E allora cosa fare? PROVATE A COSTRUIRVI UN METODO!
Io l’ho fatto diversi anni fa… e ha funzionato.
Ecco perché in questa rubrica settimanale proverò a insegnarvi come fare.
In fondo… anche i fantallenatori hanno bisogno di un allenatore 🙂
Pronti per iniziare?
Questa settimana parliamo della croce e delizia di tutte le fantasquadre: il reparto offensivo, inevitabilmente cruciale per l’esito delle vostre prestazioni.
Qual è il metodo migliore per scegliere il parco attaccanti? Uno dei maggiori dilemmi in proposito è: conviene pescare tra i grandi nomi del calcio che conta oppure affidarsi ai piccoli bomber “di provincia”?
I top team vincono più partite e segnano più gol quindi la scelta parrebbe obbligata… tuttavia bisogna considerare anche altri fattori.
- I top-team hanno una rosa più competitiva quindi spesso gli attaccanti non hanno il posto assicurato e alla minima flessione la concorrenza interna scalpita e si manifesta lo spettro della panchina (basta vedere il valzer delle punte in casa Milan);
- Nei grandi club spesso il palcoscenico in campo deve essere diviso con altre stelle mentre nelle provinciali tutta la squadra gioca in funzione di una punta, che viene maggiormente assistita e attraverso la quale passa tutto il gioco offensivo;
- I top-team sono impegnati spesso su più fronti e questa dispersione di energie inevitabilmente influenza il rendimento dei giocatori: chi è in grado di fare 50 partite stagionali sempre al top? Pochissimi. A tutti gli altri inevitabilmente toccherà il turnover;
- Il costo iniziale degli attaccanti delle squadre di seconda fascia è mediamente più basso.
Al di là di queste evidenze e suggestioni, un metodo si basa sempre su dati e su fatti.
Diamo quindi un’occhiata alle statistiche.
I 15 attaccanti più prolifici della serie A in questa stagione sono in maggioranza “provinciali” (8 contro 6) e hanno segnato più gol (37 contro 32).
TOP-CLUB | PROVINCIALI | ||
Callejon (NAPOLI) |
8 |
Di Natale (UDINESE) |
6 |
Tevez (JUVENTUS) |
6 |
Matri (GENOA) |
5 |
Icardi (INTER) |
5 |
Djordjevic (LAZIO) |
5 |
Higuain (NAPOLI) |
5 |
Cassano (PARMA) |
5 |
Osvaldo (INTER) |
4 |
Sau (CAGLIARI) |
4 |
Destro (ROMA) |
4 |
Babacar (FIORENTINA) |
4 |
Gabbiadini (SAMPDORIA) |
4 | ||
Quagliarella (TORINO) |
4 | ||
TOT. | 32 | TOT. | 37 |
*Per vedere la classifica marcatori completa clicca QUI!
Sarà un caso? Andiamo a rispolverare la classifica marcatori della scorsa stagione: il capocannoniere (Immobile con 22 reti) militava nel Torino ma anche chi lo segue (Toni con 20 marcature) era nelle fila di una provinciale: il Verona.
Lascio tirare a voi le conclusioni ma la storia di grandi attaccanti che in provincia hanno costruito la loro carriera (come Totò Di Natale a Udine) o di grandi stelle che in provincia si sono ritrovate (come Roberto Baggio a Brescia e a Bologna) non fa che testimoniare l’opportunità di questa scelta.
Alla prossima settimana!
Vincenzo Petruzzi
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