
Dal Crotone alla Viola, passando per il battesimo del predestinato contro il Barcellona, bagnato da due reti siglate con la storica maglia numero 10 sulle spalle: finalmente Federico Bernardeschi.
Si sa, le annate storte capitano a tutti, ma l’infortunio che ha colpito Federico Bernardeschi nella passata stagione e che l’ha costretto lontano dai campi di pallone per circa 6 mesi, non sono botte facili da assimilare. Specialmente se sei un ragazzo di soli 20 anni, vieni da una stagione-capolavoro in Serie B e sembravi fatto di metallo: 38 partite disputate, 12 le reti siglate.
I numeri sono quelli del predestinato: oltre alla già citata stagione disputata a 19 anni in prestito al Crotone, Federico esordisce in Serie A un anno dopo, il 14 settembre 2014 con la maglia della “sua” Fiorentina, allenata allora da Vincenzo Montella, contro il Genoa; pochi giorni dopo, il 18 settembre esordisce anche sui palcoscenici europei, contro il Guingamp realizzando la sua prima rete in maglia viola, per poi ripetersi la giornata successiva di Europa League, contro il Dinamo Minsk.
Tutto procede per il meglio per il ragazzo di Carrara cresciuto nel promettente vivaio fiorentino, quando il destino decide di giocargli il classico scherzo, che arriva puntualmente quanto tutto sembra in discesa; nel mese di novembre, si procura in allenamento, una brutta frattura del malleolo: l’operazione è d’obbligo. Inizia il lungo calvario di Bernardeschi, fatto di mesi di stop, cure, riabilitazioni e fisioterapie. Torna in campo esattamente 6 mesi dopo, il 10 Maggio 2015, contro l’Empoli, giusto il tempo di prendere le misure e realizzare il 31 Maggio, nel corso dell’ultima gara di campionato contro il Chievo, la prima rete in Serie A.
Termina la stagione, Federico torna a stare bene; il mercato della Viola, scosso dall’improvviso esonero del tecnico che lo aveva lanciato sul palcoscenico dei grandi, vede anche il mancato rinnovo di contratto di Alberto Aquilani, che fino a quel momento portava indosso la maglia numero 10. La Juventus, sempre attenta al mercato dei giovani talenti nostrani, fa più di un sondaggio per il ragazzo prodigio viola; la Fiorentina resiste, il ragazzo non esista ad accettare il rinnovo di contratto e quella maglia, che tanto desiderava indossare, la fa sua: “So che ci saranno tante pressioni, questo numero è stato portato da grandissimi calciatori. Ma è una maglia che dopo 12 anni passati qui mi sento di indossare. Mi darà ulteriori stimoli per fare sempre meglio. Nessuna presunzione, solo orgoglio“. Già, “solo orgoglio”, quello che ha spinto Bernardeschi ad affrontare i momenti più bui e tornare in campo, come si suol dire, più forte di prima.
La consacrazione, il battesimo del predestinato, avviene definitivamente il 2 Agosto 2015, in amichevole sì, ma contro i campioni in carica d’Europa e della Liga spagnola del Barcellona, non una squadra a caso. Bernardeschi segna due goal, contribuendo alla vittoria sui catalani della Fiorentina per 2-1.
Inutile sottolineare come una prestazione del genere e quella maglia numero 10 indosso, abbia scatenato il clamore dei media attorno al ragazzo, muovendo i soliti, scomodi, paragoni con campioni del passato che quella maglia l’hanno indossata e, come lo stesso Federico, hanno dovuto attraversare diversi momenti bui prima di essere ripagati dal fato per i propri sacrifici (Roberto Baggio su tutti, ndr).
La considerazione, e la riflessione, che sentiamo di muovere oggi è che un ragazzo, prima che un calciatore, di 21 anni abbia tutto il diritto di poter compiere il proprio processo di crescita e maturazione nella più totale serenità e tranquillità possibile, senza le pressioni che già indossare una maglia pesante può portare. Per questo motivo non faremo paragoni e non diremo che è nata una nuova stella, o che la Nazionale italiana ha finalmente l’attaccante del futuro. Non diremo che ora Federico potrà finalmente raccogliere i frutti dei suoi sacrifici, avendo tutte le caratteristiche e le potenzialità per farlo.
Anche se, un po’, ci crediamo; ma questo diciamocelo sottovoce.
Christian Marziano