Keisuke Honda, dal ritiro della nazionale giapponese, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito all’attuale situazione del Milan, ritenendo fondamentali forti investimenti affinché i rossoneri possano tornare a dire la propria nel campionato italiano.
Con l’arrivo di Mr. Bee alla corte rossonera sembrava fosse destinato a diventare il simbolo del Milan del futuro. Invece, dopo un inizio di stagione da titolare indiscusso, Keisuke Honda si è ritrovato a sedersi in panchina nelle ultime due uscite di campionato, senza alcuna possibilità di entrare a partita in corso per cercare di dare una mano ai propri compagni in difficoltà.
Una posizione, quella di riserva, che sembra destinata a rimanere tale, visto l’ottimo rendimento di Bonaventura nel ruolo di trequartista e lo scarso aiuto che il nipponico ha dato al Milan quando è stato chiamato in causa in queste prime uscite stagionali.
Nonostante la doppia panchina ripetuta, il centrocampista giapponese, dal ritiro della sua nazionale, non si è risparmiato nel dare un proprio giudizio al momento che sta attraversando il Milan in questo momento, ritenendo fondamentali degli investimenti di spessore per tornare ai vertici del campionato di serie A: “I problemi del Milan sono molto chiari, anche perché sono sempre gli stessi. Se non impariamo nulla da questa sconfitta, vuole dire che siamo molto lontani dalla ricostruzione del club. A giudicare dagli ultimi anni penso sia chiaro che non si possa far ripartire questo club se non investendo tanto denaro come fanno al Psg o al City. O fai così, oppure occorre riesaminare la struttura della società. Dirigenza, allenatore e tifosi devono rendersi conto della situazione. Mihajlovic dice che il problema è l’approccio mentale dei giocatori? Non capisco, non ha senso dare la colpa ai giocatori. Negli ultimi anni il Milan ha mandato in campo tanti uomini e quest’anno ha speso cento milioni, ci sono tanti nazionali, eppure come mai non riescono a rendere quando arrivano al Milan? Per cambiare questo club occorre cambiare totalmente i criteri di valutazione da parte di tutti: dirigenza, tecnico, tifosi e media. In caso contrario ci vorrebbero almeno 5-10 anni. So che riceverò critiche per queste parole, ma sono importanti per il futuro del club“.
Mario Sorbo