Non deve essere facile smettere di mettersi in gioco ogni giorno, accettare le critiche, godersi gli elogi, ma soprattutto non sentire più la grande responsabilità di essere la chiave di una squadra, il direttore di una splendida e vincente orchestra. Curioso che i quattro più grandi registi del ventunesimo secolo lascino insieme il calcio che conta: dubito si tratti di una coincidenza.
Frank Lampard dopo aver trascorso l’infanzia calcistica al West Ham è approdato al Chelsea, giusto in tempo per veder trasformare dal magnate Abramovic i Blues da una piccola squadra del quartiere più benestante di Londra ad una potenza affermata del calcio inglese ed europeo; nel 2005 con José Mourinho il Chelsea vince la Premier League dopo 50 anni di digiuno; poi una serie di trofei e soprattutto nel 2012 la sospirata Champions League, arrivata nel momento più inaspettato, quando con la squadra nel caos ha preso per mano i Blues portandoli nella storia; dalle parti di Stamford Bridge non è più così amato, per il suo trasferimento al City, ma si spera che prima o poi torni la pace tra le parti.
Andrea Pirlo è diventato “il maestro” per la sua calma e la freddezza, ma soprattutto per la sua classe; da lui è dipesa ogni squadra di cui ha fatto parte, compresa la nazionale: è lui che ha sbloccato i mondiali 2006, iniziati con tanti dubbi e poche speranze, è suo il passaggio per Grosso che ci ha mandato a Berlino ,suo il primo rigore, sempre il più difficile, in finale mondiale, suo il diabolico cucchiaio all’Europeo 2012, che ha umiliato l’Inghilterra; Pirlo è stato protagonista assoluto in tutti i club dove ha giocato: nel Brescia ha imparato da Guardiola e Baggio, poi crescendo è arrivato al Milan, dove ha vinto tutto; i Rossoneri hanno smesso di vincere dalla sua cessione in poi, con la Juventus è stato il fulcro di ogni singola vittoria degli ultimi 4 anni.
Xavi Hernandez è il simbolo di ogni catalano, nato e cresciuto con il Barcelona, ha vinto tutto con i Blaugrana, da pilastro di una delle squadre più forti di tutti i tempi; lascia da recordman di presenza con la maglia del Barça e da capitano della squadra vincitrice del Triplete.
Steven Gerrard è stato non solo una bandiera, ma il Liverpool stesso degli ultimi 15 anni.; Steven ha coronato il sogno di bambino di giocare per la sua squadra del cuore e ha cercato di ricambiare questo dono della fortuna: sempre pronto a sacrificarsi in campo, tenace lottatore, ha unito perfettamente tecnica e fisicità; lascia una lacuna difficilmente colmabile ad Anfield, che mai dimenticherà quel suo capitano che sentendo dentro di sé la forza dei tifosi trascinò i compagni alla rimonta più incredibile della storia della Champions League.
Ci salutano questi fuoriclasse che prima di smettere definitivamente regaleranno ancora qualche magia ai confini del mondo del calcio, lontano dagli stadi che li hanno osannati; ci lasciano quattro fenomeni, senza aver mai vinto il pallone d’oro: stranezze del calcio.
Federico Nannetti