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Juve, Khedira si presenta: “Orgoglioso di far parte di questo club”

 

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Dopo Dybala, tocca a Khedira. L’attenzione, nella sala stampa dello Juventus Stadium, è tutta per l’ex madridista, tesserato a parametro zero dalla dirigenza bianconera. Le parole del tedesco riportate da Tuttojuve.com qui di seguito.

Comincia lui la conferenza, con un messaggio letto in italiano.

“Salve a tutti, è un grande piacere essere qui. Per ora sto leggendo, ma sto lavorando sodo per imparare la vostra lingua. Come voi sapete vengo dal Real Madrid e pochi sono i club nel mondo allo stesso livello. Naturalmente la Juve è una di questi. Un club con una grandissima storia, con tifosi importantissimi e affettuosi, con un’eccellente organizzazione che ne fa una grande squadra. Sapere che hanno fatto parte di questo club calciatori eccezionali come Alessandro Del Piero, Roberto Baggio, Andrea Pirlo, Didier Deschamps, Zidane, Nedved, Michel Platini, Jurgen Kohler e naturalmente Dino Zoff mi riempie ancora più di orgoglio. Naturalmente potrei continuare a fare nomi, ma sicuramente avete capito il senso di quello che voglio dire. Prometto il massimo impegno per continuare la grande storia di questo club. Fino alla fine, forza Juventus. Grazie”.

Vogliamo sapere qual è il ruolo nel quale ti sei espresso meglio nella tua carriera. Si dice che potresti essere l’erede di Pirlo, ma sei un giocatore diverso…
“E’ bellissimo poter essere paragonato a Pirlo, un giocatore fantastico, ha tenuto su le sue squadre e il calcio italiano per molto tempo. Sono un giocatore che ha bisogno di un po’ di libertà, sì di attaccare, ma anche di difendere. Ho già parlato con Allegri, io gioco dove il mister vuole, sono a disposizione”.

Perchè hai scelto la Juventus? Hai parlato di troppo stress a Madrid….
“No, non c’era nessuno stress con il Real Madrid. Ci ho pensato, ho passato cinque anni bellissimi al Real Madrid, ho deciso da molto tempo per una nuova sfida e avevo bisogno di nuove sfide per me stesso. La Juventus per me è una di queste sfide, è un grande onore essere qui per me, è allo stesso livello del Real Madrid. Hanno giocato al top per molti anni ed è stata una decisione relativamente semplice. Mi sono informato con Morata, come si sentiva lui, come era l’ambiente, perciò è stata solo una semplice domanda, ma è avevo già grandi informazioni per quanto riguarda la Juve”.

Si dice che il calcio italiano sia in declino, a parte la Juventus. Pensi che il calcio italiano sia più difficile di quello spagnolo e tedesco?
“Non direi che il calcio italiano è in una fase negativa. Credo che l’immagine del calcio italiano all’esterno del Paese sia sempre positiva, per questo ho scelto di venire in questo campionato. Credo che sia un grande onore giocare in questo campionato. Ci sono anche altri grandi squadre, è un campionato molto difficile, con tante squadre  importanti, tatticamente molto difficile, non direi che sia inferiore ad altri campionati”.

Un anno e un giorno fa alzavi la Coppa del Mondo. Un tuo ricordo di quella serata? Avresti mai immaginato un anno dopo di essere qua?
“La finale di Champions è sempre un evento importantissimo, lo sapete perchè l’avete giocata un mese fa. E’ il più grande successo che si può raggiungere a livello di club. Si lavora tutti i giorni per raggiungere quell’obiettivo e sono felicissimo di essere qua, sono orgoglioso, sono felice, sono fortunato. Questo club ha dimostrato di potersela vedere con i top club europei e sono qui per rivivere una finale e raggiungere il top”

Per vincere la Champions bisogna essere più bravi o fortunati? Come stai fisicamente visto che l’ultima partita intera l’hai fatta nel marzo scorso?
“Per vincere la Champions League concorrono molti fattori, ci va una buona squadra, ci sono 7-8 squadre in Europa che possono competere per questo obiettivo e c’è anche bisogno di altri fattori, bisogna vedere come è la forma fisica, la fortuna, ci sono molte varabili che possono incidere. Posso anche esserci anche delle sorprese, certe volte le sorprese sono all’ordine del giorno in Champions League. Credo che con questa squadra, comunque, si possa realmente raggiungere il punto più alto dell’Europa di nuovo. Credo sia una delle prime quattro squadre in Europa, ma è difficilissimo, ogni anno ci sono squadre sempre più forti e personalmente devo dire che mi sento molto bene fisicamente, mi sono allenato con un personal trainer nelle ultime due settimane di vacanza, sto allenando la resistenza, la mia tenuta fisica, sono qui solo da lunedì. L’allenamento è identico a quello che ho fatto con il personal trainer. Sono molto felice, mi sento bene, sono molto felice di poter lavorare con queste persone che trasmettono motivazione e che ti seguono costantemente”.

Hai fantastica su una finale di Champions proprio contro il Real? Che tipo di rivincita sarebbe? Ti senti titolare nella Juve? Hai pensato come collocarti rispetto a Vidal, Pogba e Marchisio?
“E’ sempre bello giocare contro le squadre con cui ha già giocato, è sempre una bella rivincita, sarebbe un grande sogno arrivare in finale con il Real Madrid, bisogna lavorare duro, con la testa e con il cuore per raggiungere più titoli possibili. La mia filosofia è sempre quella di giocare al massimo per raggiungere tutti gli obiettivi possibili. E’ difficile vincere tutto, ma quello è il nostro obiettivo. Sono venuto qui per giocare naturalmente, il mio ruolo di titolare non mi viene regalato, devo lavorare, ci sono grandi giocatori a centrocampo. Il centrocampo in particolare è molto forte in questa squadra, c’è molta concorrenza, ma è anche un’ambizione per me misurarmi con questi giocatori, sopportare questa pressione e conquistarmi il posto da titolare”.

Prima di firmare sapevi già che Pirlo sarebbe andato via? Che idea ti sei fatto? Speravi di giocare con lui?
“Quando sono entrato in contatto con la Juventus non sapevo che Pirlo sarebbe andato via. Pirlo era ancora membro della squadra quando ho parlato con la Juventus, è stata una trattativa veramente veloce. Ho sempre avuto degli ottimi colloqui con il club, con i dirigenti. Andrea Pirlo è un giocatore enorme, importantissimo, sarebbe stato bello giocare con lui, ma penso che sia felice della nuova sfida. Bisogna sempre dimostrare rispetto a Pirlo per quello che ha fatto, ma nella Juve ci sono molti altri giocatori importanti”.

Che tipo di allenamenti hai fatto col personal trainer? Che numero di maglia hai scelto e perchè?
“Da marzo ho giocato poche partite ufficiali ed era importante per me arrivare qui con un buon livello fisico. Ho lavorato duramente per prevernire gli infortuni, per aumentare la resistenza e per dare il 100%. Questo il motivo per cui ho scelto il personal trainer, con la palla senza la palla, scatti, lavoro di corsa, lavoro atletico, forza a tutti i livello. Ho scelto il 28 perchè ho sempre avuto questo numero. Il 28 era il mio numero allo Stoccarda, che era il mio primo club. Sono affezionato a questo numero, quindi il 28”.

Era stato proprio Pirlo a causarti l’infortunio grave in Nazionale nel 2013? Hai pensato che è un cerchio che si chiude, visto che vieni a prendere il posto che ha liberato lui?
“No, non è Pirlo che mi ha causato l’infortunio. Sono entrato per frustrazione e quindi me lo sono procurato da solo. Con Pirlo non ha niente a che fare il mio infortunio”.

Hai sentito Ozil in questi giorni? Può essere effettivamente l’uomo giusto per completare la trequarti della Juve?
“No, non ho parlato con Ozil”.

Tu sei l’unico campione del mondo che giocherà in Italia l’anno prossimo. Come mai i campioni del mondo scelgono altri campionati?
“Non c’è da dimenticare Miro Klose, che gioca nella Lazio. Non penso che il campionato italiano sia inferiore ad altri campionati. E’ un campionato molto interessante, qualche anno fa il campionato tedesco non era molto importante  e adesso viene paragonato ai campionati migliori. La qualità è molto alta in Italia, ci sono sempre giocatori importanti e sono contento di potermi imporre qua perchè ci sono giocatori interessanti, è tatticamente molto difficile, quindi è una grande sfida per me”.

Hai giocato con Morata a Madrid, ora lo ritrovi a Torino. Ti ha impressionato questa crescita esponenziale alla sua prima stagione alla Juve?
“Sì, ho giocato con lui tre anni, era molto giovane, era a volte un po’ ingenuo come tutti i giocatori giovani, ma penso che quest’anno la Juve abbia giocato un ruolo fondamentale per la sua crescita. E’ diventato un giocatore molto importante. L’ho visto contro di noi in semifinale e mi ha impressionato, non solo perchè ha segnato entrambi i gol, ma è sempre stato presente nella manovra, si è comportato bene, era molto attivo, anche in finale contro il Barcellona, agile, sempre in movimento, sicuro sul pallone, mi sono rallegrato perchè è una persona che stimo, è un grande giocatore, che può dimostrare le sue potenzialità e credo che questo club sia speciale per molti giocatori come lui e abbia giocato un ruolo fondamentale”



A lezione di storia


L’ingresso allo Stadium

 

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