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L’angolo del Piagnina

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Nel fantacalcio, come nella vita, c’è sempre chi vince, chi sta nel limbo e chi, costantemente e impietosamente, finisce ogni volta per perdere. Questa rubrica parlerà proprio di quest’ultima categoria:i perdenti.r

Proprio noi (ebbene sì, sono uno di voi), che puntualmente partecipiamo al consueto fantacalcio tra amici, consapevoli che l’ultimo posto ci spetta di diritto. Ma il perdente, che da oggi chiameremo “Il Piagnina“, non ha grosse colpe, non è questione di competenza calcistica, di tattica o di strategia, il Piagnina è semplicemente vittima della malasorte, colpito da qualche malocchio che per qualche motivo ha deciso di rovinargli le domeniche. 

Ogni anno il Piagnina ha il potere di guastare la carriera di giocatori che fino al tragico acquisto avevano regalato numerose gioie ai tifosi. Posso farvi direttamente il mio esempio: lontano 2011, tridente offensivo formidabile con Ronaldinho, Cassano e un Milito fresco fresco di Champion’s, terminato a gennaio con i primi 2 fuori rosa e il terzo bollito come un piatto da ospedale. Si passa quindi dai tre tenori dell’opera all’assolo da Zecchino d’oro, con il Floro Flores di turno unica punta nella speranza che arrivi quel dannato “+3” (che puntualmente non arriva).

Il Piagnina ha la crudelissima caratteristica di perdere ogni scommessa stroncando la carriera del giovane di turno; quanti di noi hanno puntato sui vari Pato, El Shaarawy, Giovinco, ovviamente acquistandoli nei loro anni tragici, esclamando questo sarà sicuramente l’anno della loro consacrazione!?. Risultato? Tanti bonus quante presenze.. e di presenze ne hanno fatte davvero poche.

Il Piagnina ha infatti anche l’esperienza da primario giusta per capire quale giocatore ha le articolazioni più fragili. Biabiany e Giuseppe Rossi garantiranno gol e assist!”, sempre se non passeranno la stagione in infermeria. Ogni domenica schierare 11 persone vive nel rettangolo di gioco sembra un’impresa, il modulo consueto è il temibilissimo 4-5-1, con la speranza che il quarto difensore, il quinto centrocampista e, perchè no, anche la punta, entrino prima del 75′ per strappare almeno un dignitosissimo “6”. A fine anno, ovviamente, la collezione delle cartelle mediche è nettamente superiore a quella dei bonus ottenuti ogni domenica.

Il Piagnina ha lo straordinario sesto senso di scovare il bidone d’oro dell’anno, quell’attaccante che all’estero ha fatto sfaceli sia in campionato che in coppa, quel “top player” che grazie al suo talento riporterà in alto il livello del calcio italiano. Sì, quei top player tipo Forlan, Quaresma, Julio Baptista, fino ai più recenti Doumbia, Fernando Torres e, su tutti, il nostro amato Mario Gomez.

mario-gomez-fantacalcioIl Piagnina sa però riconoscere i suoi errori, li analizza, fa autocritica, ci ride su sapendo che sono acqua passata, “sbagliando si impara, no?”. Poi però l’anno dopo si ritrova ancora Mario Gomez in rosa.

Il Piagnina ha l’intuizione e l’occhio da falco per capire durante l’asta chi sarà titolare e decisivo per la squadra.

Morata o Llorente? Sicuramente Llorente, Morata è ancora acerbo”, “Dybala? Bah, il Gallo Belotti la butta sempre dentro”.  A Gennaio però, mosso dall’orgoglio e tradito dalla sua rosa, il Piagnina svincola le delusioni per rimpiazzarle con professionisti seri. Puntualmente però,  i rimpiazzi finiranno in Lega Pro e gli svincolati si giocheranno, assieme a Messi e Ronaldo, il Pallone D’oro.  

Il Piagnina è un sadico masochista che ogni anno paga una quota per partecipare ad un gioco crudele, un gioco che gli farà male ogni settimana, un gioco che non vincerà mai. Guarderà la classifica marcatori a fine anno e troverà la sua punta di diamante ferma a 5 gol, per i quali ha esultato come per la finale dei mondiali.  La classifica della lega invece, non solo lo vedrà ultimo e col punteggio più basso, ma (tanto per infierire ed incentivare al suicidio) lo vedrà addirittura primo nella classifica dei gol subiti.

Questo è il Piagnina, c’è chi lo chiama sfigato, chi lo chiama polemico, chi non lo chiama nemmeno perchè non si è mai accorto che al fantacalcio partecipa pure lui. Io preferisco chiamarlo “l’impavido”. Non lo fermerà la sfiga, non lo fermerà un calendario che sistematicamente lo piazzerà contro il Real Madrid, lui, per masochismo o beneficenza, andrà avanti a testa alta, consapevole che il prossimo anno sarà il suo anno, l’anno in cui recupererà tutti i patrimoni spesi, l’anno della rivincita. Senza Gomez, sia chiaro.

Marco Camurri

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