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La classifica | I migliori 20 giocatori africani di sempre

In occasione del compleanno di Samuel Eto’o, che oggi compie 35 anni ma continua a segnare con la casacca dell’Antalyaspor, abbiamo deciso di stilare una classifica dei migliori 20 giocatori africani di sempre. Non è stato facile e sicuramente le decisioni sono soggettive, i parametri riguardano il successo ottenuto nel continente ed anche nelle competizioni internazionali. Alcuni di essi sono quasi dimenticati, altri giocano ancora: ad ogni modo bando alle ciancie ed ecco a voi la nostra Top 20 tutta africana!

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20° Jacques Songo’o (Camerun, anni 1984-2004) – Nella florida schiera di ottimi portieri camerunesi, lui occupa una posizione di prestigio. Ha difeso i pali della nazionale 46 volte, riuscendo ad ottenere la convocazione per ben 4 Mondiali: solo ad USA ’94 e a Francia ’98 ha avuto modo di scendere in campo. Tuttavia è famoso per le ottime imprese a livello di club, specialmente nel suo lungo periodo nelle file del Deportivo La Coruna. Nel 96-97 è stato nominato miglior portiere della Liga, vincendo il Trofeo Zamora, e nel 99-00 è arrivato il successo in campionato. Anche suo figlio Franck è un calciatore professionista.

Songo'o, stella nella Liga
Songo’o, stella nella Liga

19° Lakhdar Belloumi (Algeria, anni 1973-1999) – Una carriera lunghissima e ricca di successi per questo centrocampista di grande tecnica. Viene nominato Pallone d’oro africano nel 1981, un anno prima della sua migliore impresa. A Spagna ’82 segna l’1-0 della sfida tra Algeria e Germania Ovest, in una gara che si conclude 2-1 per gli africani. Purtroppo i biancoverdi verranno eliminati nella fase a gironi a causa di un probabile biscotto… Belloumi e Madjer guidano la nazionale in due edizioni della Coppa del Mondo, ma a differenza del “Tacco di Allah” lui rimane a giocare in Algeria, rifiutando la corte di Barcellona, Real Madrid e Juventus. Curiosamente partecipò anche ad un Mondiale di calcio a cinque nel 1989.

Belloumi, fedele all'Algeria
Belloumi, fedele all’Algeria

18° Luciano Vassallo (Etiopia, anni 1950-1974) – Sappiamo bene che non avete mai sentito parlare di lui, ma l’italo-etiope Vassallo ha buoni motivi per entrare in questa classifica. Aldilà dell’incredibile media-reti in nazionale (99 in 104 presenze!), questo giocatore ha una storia particolare. Essendo meticcio ha dovuto lottare contro le discriminazioni razziali, oltre a dover svolgere la professione di meccanico per mantenersi in quanto è cresciuto solo con la madre ed il fratello. Ma sul campo è un fenomeno, lo paragonano a Di Stefano, e con l’Etiopia vince la Coppa d’Africa del 1962, laureandosi capocannoniere del torneo. Ma la gloria dura poco: quando il “negus rosso” Mariàm sale al potere, Vassallo deve lasciare il paese per motivi politici. Nel 1978 va a vivere ad Ostia e fonda una scuola calcio. Due anni fa è stata pubblicata una sua interessante biografia romanzata.

Vassallo a Coverciano
Vassallo a Coverciano

17° Salif Keita (Mali, anni 1963-1980) – L’attuale presidente della federcalcio maliana ha un gran passato a livello agonistico. Primo Pallone d’oro africano di sempre nel 1970, a livello di club ha fatto sfracelli nel St. Etienne, vincendo tre campionati a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Il suo bottino nella Ligue 1 è di 135 reti, contando anche quelle realizzate in una breve parentesi al Marsiglia. Bravissimo attaccante, in seguito ha ben figurato con le casacche di Valencia e Sporting Lisbona. Il Keita della Roma è suo nipote!

Keita, l'eleganza del St. Etienne
Keita, l’eleganza del St. Etienne

16° Kalusha Bwalya (Zambia, anni 1979-2004) – Miglior giocatore zambiano di sempre, Bwalya ha saputo imporsi come notevole bomber anche nel calcio europeo, disputando ottime stagioni con le maglie di Cercle Bruges e PSV. Impressionante il suo score internazionale, che vede 100 presenze e 50 gol all’attivo. Fu capace di segnare una tripletta all’Italia durante le Olimpiadi del 1988: probabilmente quella squadra avrebbe ottenuto buoni successi qualificandosi per un Mondiale se, disgraziatamente, molti dei giocatori non fosse periti in un incidente aereo nel 1993. Bwalya, impegnato con il PSV, non era presente su quel maledetto aereo e da vero capitano seppe guidare un nuovo gruppo di connazionali fino ad un argento (1994) ed un bronzo (1996) nella Coppa d’Africa. Si ritirò dalla nazionale, della quale era già diventato Commissario Tecnico, solo nel 2004 e a 41 anni suonati. Nel corso della sua ultima partita contro la Liberia, entrò in campo negli ultimi minuti e segnò la rete decisiva: non bastò per qualificare lo Zambia a Germania 2006, ma lui dimostrò che la classe non è acqua!

Bwalya, l'anima dello Zambia
Bwalya, l’anima dello Zambia

15° Mustapha Hadji (Marocco, anni 1990-2010) – Probabilmente il miglior giocatore marocchino della storia, con la sua classe ha saputo guidare il Marocco alla qualificazione a Francia ’98, vincendo nello stesso anno il Pallone d’oro africano. Nonostante le grandi prestazioni in nazionale ha sempre militato in club di secondo piano, giocando da titolare indiscusso solo nel Nancy nei primi anni di carriera. Da giovane venne convocato dalla Nazionale francese, ma rifiutò preferendo il Marocco.

Hadji (a destra)
Hadji (a destra)

14° El-Hadji Diouf (Senegal, attivo dal 1998) – Ha avuto il suo momento di gloria nel 2002, quando si distinse nel super Senegal guidato da Bruno Metsu che stupì tutti nella Coppa del Mondo. Le prestazioni di Diouf vennero notate soprattutto dal Liverpool: il ragazzo si trasferì così in Premier League, dove inizialmente ebbe difficoltà ad imporsi. Tra il 2004 ed il 2008 ha giocato alla grande nelle file del Bolton, ma di certo non è mai diventato il fuoriclasse assoluto che molti auspicavano.

Diouf, super ai Mondiali del 2002
Diouf, super ai Mondiali del 2002

13° Benni McCarthy (Sudafrica, anni 1995-2013) – Miglior realizzatore della nazionale dei Bafana Bafana, poteva contare su un fisico massiccio ed un fiuto del gol notevole. Ovunque è andato ha lasciato il segno: ha vinto l’Eredivisie con l’Ajax, l’Intertoto col Celta Vigo e la Champions League col Porto. Positiva anche la sua esperienza in Inghilterra nelle file del Blackburn Rovers. Con il Sudafrica ha partecipato a due edizioni della Coppa del Mondo (1998 e 2002).

Benni ai tempi del Blackburn
Benni ai tempi del Blackburn

12° Rabah Madjer (Algeria, anni 1978-1992) – Il suo soprannome era “Tacco di Allah” dato che nel 1987 decise la finale di Coppa dei Campioni con un gol. Di tacco, ovviamente! Aldilà di quel gesto tecnico che valse al Porto la prima affermazione da campione d’Europa, Madjer si distinse anche come eccellente bomber della Nazionale algerina. Abbiamo già parlato di quando i biancoverdi sconfissero 2-1 la Germania Ovest di Rummenigge a Spagna ’82: fu suo il gol della vittoria. Nel 1988 non passò le visite mediche per giocare nell’Inter, ma pare che dietro al mancato accordo ci furono delle rimostranze di stampo politico da parte dei sostenitori nerazzurri. Poco male: dopo un anno a Valencia tornò al Porto, continuò a segnare e vinse pure la Coppa d’Africa del 1990.

Madjer, leggenda magrebina
Madjer, leggenda magrebina

11° Thomas N’kono (Camerun, anni 1972-1997) – Un’icona tra i portieri, tanto che il figlio di Buffon si chiama Thomas in suo onore. N’kono ha difeso i pali dei Leoni indomabili in due Mondiali (1982 e 1990), distinguendosi per gli eccezionali riflessi e la… vocazione allo spettacolo! A livello di club ha vinto tutto in Africa giocando nel Canon Yaoundé, per poi “capitalizzare” il talento nell’Espanyol, divenendone una bandiera. Da buon giramondo, ha chiuso la carriera in Bolivia. Attualmente allena i portieri della Nazionale camerunese.

N'kono, eccentrico ma efficace
N’kono, eccentrico ma efficace

10° Frédéric Kanouté (Mali, anni 1997-2013) – Dopo aver giocato nell’Under-21 francese ha scelto di rappresentare il Mali, segnando 23 reti. I suoi maggiori successi sono arrivati giocando nel Siviglia ed includono due Coppe UEFA ed una Supercoppa Europea. In precedenza si era ben distinto con le casacche di Lione, West Ham e Tottenham. Non ha mai nascosto le sue simpatie per la causa palestinese e la fede islamica, al punto di rifiutarsi di indossare divise di gioco che reclamizzassero agenzie di gioco d’azzardo.

Kanouté, nel segno del Profeta
Kanouté, nel segno del Profeta

9° Seydou Keita (Mali, attivo dal 1997) – Nel Mondiale Under-20 del 1999 viene nominato miglior giocatore della competizione, e non ha tradito le promesse. La sua bacheca è impressionante, perché nei suoi trascorsi al Camp Nou ha contribuito ai numerosi successi di Messi e compagni. Ma aldilà del Barcellona questo eccellente centrocampista ha vinto una Coppa di Francia col Lorient ed ha onorato la casacca del Lens in 210 occasioni. Seppur in età avanzata è ancora utile alla causa della Roma, mentre l’anno scorso ha lasciato la Nazionale maliana dopo ben 102 presenze e 25 gol, conquistando il bronzo nella Coppa d’Africa del 2012 e del 2013.

Seydou, nipote d'arte di successo
Seydou, nipote d’arte di successo

8° Jay-Jay Okocha (Nigeria, anni 1990-2008) – Il suo nome d’arte ha sempre ispirato simpatia, ma il suo dribbling è stato l’incubo dei difensori di mezzo mondo. Okocha si fa un nome a Francoforte e spicca il volo con la Nazionale nigeriana vincendo Coppa d’Africa ed Olimpiadi nel giro di due anni, senza contare l’ottima prestazione delle Aquile ad USA ’94. Dopo tante splendide partite nel Fenerbahce e nel PSG arriva la chiamata del Manchester United nel 2002; Ferguson però decide di girarlo al Bolton. Poco male, diviene idolo del pubblico locale per quattro intense stagioni. Si ritira nel 2008 dopo un’eccellente annata nell’Hull City, lasciando il ricordo di un giocatore unico.

Jay-Jay, quanti difensori hai ubriacato!
Jay-Jay, quanti difensori hai ubriacato!

7° Abedi Pelé (Ghana, anni 1980-2000) – Se ti chiamano Pelé e hai vinto tre volte il Pallone d’oro africano, meriti di stare in questa classifica! Abedi è la più grande stella del calcio ghanese, del quale è l’indiscusso ambasciatore. Dopo la gavetta nelle serie minori francesi arriva fino alla vittoria della Coppa dei Campioni vestendo la maglia del Marsiglia. Si ritaglia un luogo da protagonista anche nell’attacco del Torino, a fianco di Rizzitelli e Silenzi. Giocatore dalla tecnica fuori dal comune, nel suo palmares vanta la Coppa d’Africa del 1982. Suo fratello Kwame ha fatto una comparsata nel Lecce guadagnandosi l’appellativo di “nuovo Gullit”, mentre i suoi tre figli sono tutti calciatori professionisti.

Abedi col Monaco 1860
Abedi col Monaco 1860

6° Nwankwo Kanu (Nigeria, anni 1994-2011) – Bambino prodigio dell’Ajax, questo gigante dalla tecnica invidiabile a nemmeno vent’anni è già Oro olimpico con la Nigeria e campione d’Europa e del mondo con i Lancieri di Amsterdam. La sua carriera sembra lanciatissima, nel 1997 viene preso dall’Inter ma arriva una battuta d’arresto: ha un problema al cuore. L’operazione, pagata da Moratti in persona, riesce alla perfezione ed inizia per lui una nuova carriera. Nel 1999 riparte dall’Arsenal, dove si ritaglia uno spazio da “super riserva” segnando gol belli e importanti. A 28 anni decide di giocare con più continuità e passa prima al West Bromwich Albion e poi al Portsmouth, dove conquista una Coppa d’Inghilterra.

Kanu, 1,97 metri di classe
Kanu, 1,97 metri di classe

5° Yaya Touré (Costa d’Avorio, attivo dal 2001) – Un titano inamovibile, un pilastro del centrocampo pericoloso anche in attacco. Ha vinto 4 Palloni d’oro africani ed ha davanti a se ancora qualche anno di carriera. Col Barcellona ha vinto la Champions ma è nel Manchester City che si è imposto come top player, riuscendo a segnare 24 reti nella stagione 13-14. Cosa volete di più da un centrocampista?

Yaya, plurivincitore del Pallone d'oro africano
Yaya, plurivincitore del Pallone d’oro africano

4° Roger Milla (Camerun, attivo dal 1965 al 1996) – Quando ha iniziato a giocare c’erano Best ed Eusebio, quando ha smesso Ronaldo già giocava in Europa. Signori e signori, ecco l’old school player per eccellenza del calcio africano, un immortale in tutti i sensi che ha partecipato a tre edizioni della Coppa del Mondo (1982, 1990 e 1994) guidando i Leoni indomabili. In Ligue 1 si è fatto presto un nome segnando splendidi gol specialmente con Bastia, St. Etienne e Montpellier, ma la gloria internazionale è arrivata ad Italia ’90, a 38 anni, con la sua makossa intorno alla bandierina in occasione delle reti camerunesi. Meritavano la semifinale? Probabile, ma la storia è andata così, arbitri maldestri inclusi. Milla è riuscito a giocare (segnando un gol) pure ad USA ’94, quando neanche lui sapeva più quanti anni aveva. Un mito!

Milla, indomabile sul serio
Milla, indomabile sul serio

3° Didier Drogba (Costa d’Avorio, attivo dal 1996) – Uno dei migliori giocatori della storia del Chelsea, che mettiamo al terzo posto di questa classifica. Attaccante potente, inesorabile nell’area di rigore ma anche da fuori, ha segnato valanghe di reti in tutte le squadre in cui ha giocato: 32 in un solo anno al Marsiglia, poi 164 a Stamford Bridge e ben 65 con la Costa d’Avorio. Nel 2012 è riuscito a coronare il sogno di vincere la Champions, ovviamente con i londinesi. Grazie a lui la Costa d’Avorio nel 2006 ha potuto disputare la sua prima Coppa del Mondo. Attualmente milita nella lega canadese, e a Montréal si sta già distinguendo per la media-reti. Probabilmente potrebbe ancora dire la sua ad alti livelli, nonostante sia un ragazzo del ’78!

Drogba, bomber d'avorio
Drogba, bomber d’avorio

2° George Weah (Liberia, 1985-2002) – Cosa dire del primo giocatore africano a vincere il Pallone d’oro europeo? Basterebbe vedere il video del suo magnifico gol contro il Verona, dove scartò tutti gli avversari in una galoppata inarrestabile. Bomber atipico, sapeva far impazzire i calcoli di tutte le difese d’Europa con le sue movenze eleganti ed efficaci. In Francia non aveva più rivali, aveva vinto la Coppa Nazionale col Monaco e la Ligue 1 col PSG: nel 1995 il suo arrivo al Milan venne reclamizzato in pompa magna, la Panini gli dedicò l’album delle figurine. George, non giovanissimo, rimase quattro stagioni e mezzo e pur non giocando da titolare fisso diventò uno dei protagonisti assoluti della Serie A. Il suo più grande cruccio è la mancata qualificazione della Liberia ai Mondiali: nella sua carriera è stato il massimo promotore e finanziatore della squadra del suo paese.

Weah... what else?
Weah… what else?

1° Samuel Eto’o (Camerun, attivo dal 1996) – And the winner is… Samuel Eto’o! Forse qualcuno avrà da obiettare, ma un giocatore del genere è davvero unico. Nel 1996 arriva al Real Madrid, che non crede in lui e lo passa al Maiorca. Qui esplode nel giro di pochi anni, polverizzando le difese della Liga con la sua velocità extraterrestre. Nel 2003 vince la Coppa di Spagna e saluta l’isola trasferendosi a Barcellona. Qui fa la Storia, con la esse maiuscola, segnando 129 reti in 199 allacciate di scarpini e vincendo due Champions League. Assieme a Messi ed Henry forma un trio di attaccanti ai limiti della legalità, ma i blaugrana nel 2009 lo cedono all’Inter nell’operazione che porta Ibrahimovic al Camp Nou. Tutti si chiedono chi abbia fatto l’affare, e la risposta è l’Inter! L’asso del Camerun gioca bene il primo anno e benissimo il secondo, dove realizza 37 reti in totale che includono le 8 in Champions League, trofeo che viene alzato da capitan Zanetti. Decisivo è dire poco. A fine stagione però arriva l’Anzhi, che lo strappa dai nerazzurri con un’offerta faraonica. Rimane due anni nel Daghestan prima di rientrare nel grande calcio sciorinando qualche golletto con Chelsea, Everton e Sampdoria. Ora sta giocando-allenando nell’Antalyaspor. Top bomber del Camerun (56 pallini), ha vinto l’Oro olimpico nel 2000 e due Coppe d’Africa (2000, 2002), ma in quattro mondiali disputati non è andato oltre la fase a gironi, pur segnando tre reti. Curiosamente ha esordito nella massima competizione calcistica proprio contro l’Italia, il 17 giugno del 1998.

Eto'o, leggenda camerunese
Eto’o, leggenda camerunese

 

 

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