L’Inter mantiene la sua perfetta velocità di crociera e non vuole saperne di rallentare: 5 partite, 5 vittorie, 1 solo goal subito. Impeccabile ruolino di marcia arricchito da una curiosità: quarto 1 a 0 su 5 partite (unica eccezione il 2 a 1 inflitto al Carpi).
L’Analisi.
Anche contro un Verona che, complici i numerosi infortuni, ha pensato bene di piazzare il pullman davanti alla propria porta, la Beneamata si dimostra sorniona, mai spettacolare, ma terribilmente concreta e annichilisce l’avversario colpendolo come un Cobra letale, al momento giusto e subendo davvero poco (Handanovic non crederà ai suoi occhi, ripensando alle infinite occasioni da goal che doveva prepararsi a sventare gli scorsi anni). Gli esteti del “buon giuoco” storceranno il naso, diffidando di questa nuova Inter targata Mancini, ma si mettano l’anima in pace: la squadra sembra davvero solida e affamata, pronta a “mettere fieno in cascina” (Mancio dixit) per quando arriveranno i momenti inevitabili di flessione. A ciò aggiungiamo la constatazione che la Dea bendata quest’anno una sbirciatina sembra poterla sempre garantire ai Nerazzurri, dopo averle voltato le spalle nelle scorse stagioni (Guarin “capo-paloniere” ne sa qualcosa).
Il match.
La partita ha visto l’Inter controllare il match per lunghi tratti, ma con poca incisività nei piedi e nella testa del trio offensivo formato da Perisic, Icardi e Ljajic. A centrocampo Guarin non fornisce il supporto sperato, Kondogbia sbatte contro il muro veronese e il solo “Comandante” Felipe Melo sembra essere in giornata. Per fortuna dell’ Inter la difesa , con Medel e Miranda (o Murillo ieri fuori per infortunio) garantisce solidità e compattezza e permette alla squadra di fare tesoro del più minimo vantaggio. I laterali Santon e Telles corrono molto ma spesso il primo è impreciso nei cross e il secondo nelle chiusure. L’ingresso di Jovetic aumenta il tasso di classe della squadra nerazzurra ma non l’incisività, mentre si rivede Biabany dopo la lunga assenza per problemi fisici e c’è spazio nel finale anche per Ranocchia.
La svolta
Il Calcio regala spesso queste emozioni: il pallone che supera Handanovic potrebbe portare in vantaggio il Verona a San Siro, ma si stampa sulla traversa e torna in gioco… giusto in tempo per far guadagnare all’ Inter l’ennesimo calcio d’angolo: questa volta vincente, stacco imperioso di Melo e Inter in vantaggio, meritato visto il non gioco degli scaligeri e le numerose occasioni sprecate dai nerazzurri.
L’ Inter è ora attesa alla difficile gara contro la Fiorentina, a soli 3 punti dai nerazzurri . Le altre più quotate antagoniste per ora veleggiano a grane distanza:Juventus a -10, Napoli a -9, Roma a – 7 e i cugini del Milan a – 6 . E il mondo nerazzurro gongola.
I voti.
Handanovic 6: Spettatore non pagante, fino al tiro improvviso dell’ ex Siligardi su cui si fa trovare pronto. Può solo pregare sul tiro di Sala… preghiera esaudita, il pallone si stampa sulla traversa. ATTENTO
Santon 6: Ottima spinta sulla fascia, ma ancora deve registrare il piede per poter sfornare cross pericolosi e invitanti. TONICO
Medel 7: Il pitbull, ringhia ormai anche in difesa, come fa abitualmente nel Cile. Averlo provato prima in quel ruolo magari avrebbe risolto un problema nella retroguardia e uno nel centrocampo. AUTORITARIO
Miranda 6,5: Tranquillo e sicuro come sempre, rende ormai sbiaditi ricordi i pericoli della “banda del buco” delle stagioni scorse. SICUREZZA
Telles 6: Mezzo voto in meno per le amnesie difensive, perchè in avanti è molto pericoloso. E’ giovane, avrà tempo per migliorarsi.DISATTENTO
Guarin 5: Il colombiano si presenta al Meazza nella sua versione ectoplasmatica e indolente. Fra quante partite tornerà la versione Guerriera? INCONCLUDENTE
Melo 7,5: E’ lui The Man of the Match. Il suo acquisto ha fatto storcere il naso a più di un interista e invece sembra essere nel centrocampo nerazzurro da sempre. Lotta, cattura palloni, imposta, segna e ferma un pericoloso contropiede spendendo un cartellino giallo. LEADER INATTESO.
Kondogbia 6: Un passo indietro rispetto alla partita col Chievo Verona, sbatte più volte contro il muro veronese e non sfrutta un rimpallo in area per segnare il goal del vantaggio nerazzurro. Ma una volta uscito lui si è sentita la sua assenza. STANCO.
Ljajic 5,5: Un po’ intimorito forse, prova ad illuminare il gioco con la sua classe, ma solo a sprazzi. Assist al bacio per Santon che spreca in area. Era solo la prima gara per lui, potrà fare di piu’. TIMIDO.
Perisic 6: Corre, eccome se corre. Non riesce a vestirsi da trequartista o seconda punta, si sente molto più a suo agio sulla fascia, ma la difesa scaligera copre ogni spazio. Tampona e riparte ma ancora non è il vero Perisic. IN RODAGGIO
Icardi 6: Il capitano nerazzurro non riesce a timbrare il cartellino con uno dei suoi goal ma è spesso isolato con i rocciosi difensori avversari e torna piu’ del solito a prendere palla all’indietro. LAVORO SPORCO
Biabiany 6: Grande gioia ed emozione nel rivedere in campo il velocissimo francese. Sarà una freccia importante all’arco di Mancini. BENTORNATO
Jovetic 6: Il suo ingresso è invocato dalla tifoseria nerazzurra per trovare le chiavi del pulmann parcheggiato in area dai gialloblu. Ma stavolta risulta troppo egoista in alcune ripartenze, pur regalando giocate da urlo. IMPRECISO
Ranocchia S.V.
Mancini 7: Inanella la sua quinta vittoria consecutiva in questa stagione e festeggia anche il suo 150° successo in serie A. Il bel gioco lo lascia agli altri che baratterebbero senza dubbio i suoi punti in classifica con il possesso palla o il tiki taka. CAPOLISTA