L’ex allenatore del Milan, Alberto Zaccheroni, ha parlato poche ore fa ai microfoni di Milan Channel, riguardo al momento di crisi dei rossoneri ed esprimendo un giudizio sull’attaccante giapponese, Keisuke Honda. D’altronde, Zaccheroni lo conosce molto bene, visto che lo ha allenato per diversi anni in nazionale. Honda “non è uno che parla a sproposito, è un grande professionista che pensa sempre prima al bene della squadra che al suo. Se ha detto queste cose è per spronare qualcuno a fare qualcosa. È anche vero però che ci sono sedi opportune per dire certe cose, credo che queste cose si debbano tenere all’interno del club. Io ho grande stima di Paolo Maldini, quando era capitano lui parlava solo quando le cose non andavano bene. I giocatori non devono intervenire criticando il lavoro degli altri sui giornali, di queste cose si parla solo all’interno della squadra. Non condivido quello che ha fatto Honda, ma conoscendolo so che lo ha fatto in modo costruttivo”.
Poi, l’ex tecnico del Giappone ha dato consigli a Mihajlovic, dicendo che “il 4-4-2 è un modulo che per il calcio moderno credo abbia diversi punti deboli. Io credo che la cosa più importante sia l’interpretazione di un modulo, si vince grazie all’atteggiamento e non con un modulo“. Concetto questo ribadito a più riprese nel corso di tante conferenze stampa di Mihajlovic alle vigilie di queste prime battaglie. “Bisogna cercare di trovare il modo di dare a tutti un pensiero comune, così che tutti lavorino per quel progetto. Mi ricordo una partita in cui il mio Milan non ha giocato con il 3-4-3: era un Milan-Roma e non giocammo con la difesa a quattro poiché non avevo nessuno da mettere come esterno destro. E così decisi di schierare la squadra con il 4-3-1-2 e noi vincemmo 3-2. L’allenatore deve trovare il vestito giusto, cioè il modulo giusto, per sfruttare al massimo le caratteristiche dei giocatori che ha. Io al Milan ho giocato con la difesa a 3 perché secondo me Maldini non era più in grado di fare con continuità il terzino sinistro per esempio. Il sistema di gioco non vince mai, è l’interpretazione. Il Milan deve analizzare la situazione e Mihajlovic lo farà perché lui è bravo ed è in grado di trovare il vestito giusto per la sua squadra. Ovviamente, non tutti possono essere nel loro ruolo ideale, ma almeno 10 sì. Nel mio Milan, Guly era adattato al ruolo di esterno sinistro, anche perché noi lo avevamo preso per giocare in attacco”.