Una nazionale dimenticata, l’Italia del 26′-27′
Nel 1928, sesto anno dell’era fascista, vide la pubblicazione il libro “Due anni di passione e di viaggi” di Emilio De Martino; diario di viaggio che documenta la passione, i retroscena della nazionale di calcio italiana, nel periodo 1926-1927.
Oggi caduto nel dimenticatoio, ma nella realtà dei fatti svela la passione del popolo italiano, riguardo il gioco del football.
Infatti ,mentre, l’opinione pubblica e’ destabilizzata dall’omicidio Matteotti (il governo Mussolini rischia il collasso), il pubblico che si accinge ad urlare “forza Italia” raggiunge sugli spalti quota settantamila.
Un Italia amante del calcio che, raggiunge quota un milione di tifosi, su un paese abitato da ventisette milioni.
La citazione posta nella prefazione del Martino e’ illuminante: “Il football fa perdere la testa anche alle persone più posate”. L’ entusiasmo creatosi attorno alla squadra dara’ i suoi frutti; arrivano i risultati in campo internazionale.
Il 1926 su sette incontri disputati, ci sono cinque vittorie, una sconfitta e un pareggio; mentre il 1927 vedra’ quattro vittorie, tre pareggi e una sconfitta.
Inizia a respirarsi un clima di estrema euforia, c’e’ fiducia nell’avvenire sportivo; fiducia non vana, perché arriverà la conquista dell’oro olimpico (Berlino 1937) e “la doppietta mondiale” (1934-1938) dell’ Italia di Pozzo.
Che dire, una nazionale predestinata “alla gloria sportiva”; da riscoprire…
Nicola Campisi