“Rigore è quando l’arbitro fischia” diceva Bujadin Boskov e non aveva del tutto torto.
Il rigore può decidere un match, può far trionfare una squadra o far spegnere le speranze di un’altra. Ma il rigore non è altro che un semplice tiro da 11 metri di distanza dalla porta avversaria, ma molto spesso è tutto tranne che semplice.
Il rigorista ha una grande responsabilità, la squadra ha riposto in lui tutte le speranze, un’intera tifoseria crede in lui e nel suo piede “magico”.
Deve solo insaccare quel pallone alle spalle del portiere, in una porta grande 7 metri ma che delle volte sembra più piccola di una porta di casa. Dopo che l’arbitro ha fischiato tutti da lui!
C’è chi protesta, chi cerca di spiegargli la sua versione e chi lo supplica di non dare quel rigore alla squadra avversaria perché sà che la partita da lì a poco potrebbe cambiare totalmente.
Il rigorista cerca di estraniarsi da ciò che gli stà accadendo attorno, cerca di concentrarsi il più possibile, evitando di parlare con chiunque. Prende il pallone e se lo mette sotto al braccio, si dirige verso il dischetto, e lo sistema a suo piacimento. Alza lo sguardo verso la porta, il portiere cerca di distrarlo in tutti i modi: con gesti, linguacce o sguardi, l’attacante lo riabbassa e guarda di nuovo il pallone,cercando una certezza, un motivo in più per segnare.
Prende la rincorsa, tutto intorno a lui sparisce, ormai è un uno contro uno, è uno scontro alla pari, come nel far west, solo il più astuto e il più bravo vince. E’ un duello dove solo uno ne uscirà vincitore, questa è la dura legge del calcio RIGORE.
Dopo la rincorsa prende un bel respiro e parte, impatta il pallone di collo piede e lo insacca alle spalle del portiere che si era buttato dalla parte opposta! Pallone da un lato e portiere dall’altro, lo stadio che era in un silenzio quasi religioso, esplode in un urlo di gioia, quasi liberatorio.
Questa volta ha vinto l’attacante, che senza esitare esulta con i compagni sotto la curva. Il portiere raccoglie il pallone infondo alla rete e amareggiato lo lancia ad uno dei suoi compagni.
D’altronde come diceva Maradona i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.
Luca Falasconi