Nella settimana in cui i club di Serie A debuttano in Coppa Italia, la penisola iberica vive in fibrillazione il ritorno della tesissima finale di Supercoppa di Spagna tra Barcellona e Athletic Bilbao. Per i catalani è una sfida al cardiopalma: deve rimontare la maxisconfitta per 4-0 dell’andata, con la formazione di Valverde disposta a tutto pur di non perdere il vantaggio conquistato.
Modulo a dir poco offensivo per Luis Enrique: 4-5-1 con Suarez punta centrale, Messi e Pedro esterni. I baschi sono invece più coperti: optano per il 4-4-1-1, con Javi Eraso alle spalle del giovane Aduriz. Arbitra al Camp Nou il signor Carlos Velasco Carballo.
Non c’è nemmeno bisogno di dirlo: si parte subito a mille, con i blaugrana condensati nell’area avversaria. E al 7′ il primo, vero brivido che fa tremare lo stadio: Messi sbaglia difronte alla porta, Pedro recupera e tira, ma la difesa biancorossa devia. Dall’angolo, Pique centra in pieno la traversa e si riparte da capo.
L’offensiva del Barcellona non si ferma, anzi: gli assalti alla porta del Bilbao si ripetono a catena, ma si infrangono nell’intricata ragnatela difensiva dei baschi, arrivata a cinque elementi. Ma l’Athletic non rimane a guardare: al 27′ Aduriz arriva di corsa sulla trequarti, venendo fermato da Pique e Mascherano.
Arriva la mezz’ora con i catalani con 4 tiri in porta, i baschi zero. Fino al 37′: sempre Aduriz mette paura al Camp Nou, con un tiro che esce al lato dopo aver fatto tutto benissimo. Ma la difesa di casa è praticamnte composta solo da Mascherano e Mathieu, con Pique sempre più avanzato. Alla fine, però, la costanza viene premitama: Messi approfitta della sponda di Suarez e, in mezzo all’area piccola, insacca l’1-0.
La fine della prima fazione arriva dopo un siparietto ridicolo causato dalla fretta, con Pedro che arriva alle mani con Irazoz che non vuole lasciare il pallone. Giallo all’attaccante e, dopo un minuto, si torna negli spogliatoi.
Si riparte dal nervosismo lasciato a fine primo tempo: passano poco più di dieci minuti e Pique si rende protagonista di un fallo stupido. Ne nasce una rissa con gli avversari, ma serve a poco l’intervento dei compagni: rosso per il difensore, che lascia così la squadra in dieci nella difficile rimonta. Un minuto dopo Pedro si fa vedere davanti alla porta del Bilbao, ma la conclusione centrale viene parata.
I minuti passano e aumentano i calci di punizione a favore dei padroni di casa, tutti pericolosamente a ridosso dell’area, ma nessuno riesce ad aumentare il vantaggio. Ammonizioni anche tra gli ospiti: in un minuto due gialli, ad Aduriz e a Benat, entrambi per fallo. E tre sostituzioni, al 68′: El Haddadi e Sandro Ramirez sostituiscono Pedro e Rakitic, Ekustondo prende il posto dell’infortunato Etxeita.
La pressione del Barcellona continua ad essere forte, ma anche il club allenato da Valverde si fa pericoloso: bravissimo a sfruttare i buchi lasciati dall’espulsione di Pique, Aduriz insacca la rete del pareggio e del complessivo 5-1 con una botta centrale di destro, che sfugge a Barvo e ammutolisce il Camp Nou. Sembra ormai imposibile per i catalani la rimonta.
Tenta subito il raddoppio l’attaccante basco, ma questa volta il tiro è diretto all’angolo basso a destra e viene intercettato dai guantoni del numero uno catalano. Messi e compagni non si arrendono, continuano a lottare, anche se ormai il sogno della serata sembra veramente sfumato. Al 81′ Aduriz, 4 reti al Barcellona in queste due finali, esce per Kike Sola.
Non si fermano i colpi di scena: la tensione continua ad essere incandescente, tanto che l’arbitro Carballo è costretto ad estrarre il secondo rosso del match al 86′, proprio al neoentrato Kike Sola, che concorre al record per espulsione più veloce della categoria. Nei due minuti precedenti si era reso protagonista di altrettanti falli, fino al trieste e rapido epilogo: squadre in parità numerica.
Manca solo il fischio finale, oltre alle idee per la squadra di Luis Enrique che ormai non sa che fare. Ecco quindi che il ritorno di questa finale da 180′ ha termine, con l’Athletic Bilbao che festeggia la sua seconda vittoria nella competizione, dopo 31 anni dal primo, storico tronfo. Per i balugrana è un risultato che stride: sextete sfumatoo, quasi un segnale che Guardiola non sipuò avvicinare. Ora però c’è un’altra Liga da vincere, con l’incognita Pedro da sistemare.