A qualcuno potrebbe sembrare un remake: prima di campionato, squadra cambiata, diffidenza mischiata a curiosità iniziale, Allegri in emergenza, Morata fuori nel precampionato, 3-5-2 per non rischiare, Coman a sorpresa nell’undici titolare… Ricorda qualcosa? Si, ricorda molto Chievo – Juventus dello scorso anno, esordio in Serie A per i campioni d’Italia: anche quella volta finì 0-1, decise un autogoal di Biraghi. Questa volta, invece, l’autogoal se lo fa la formazione juventina: non nel vero senso della parola, perché a timbrare la cartolina in quel di Torino ci pensa un redivivo Théréau, ma in senso metaforico; poca pazienza nelle giocate, atteggiamento superiore e sufficiente, sbagliato approccio alla gara, leziosità che si tramuta in fretta nell’ultima mezzora di gioco: la Juventus questa partita l’ha persa principalmente per colpa sua. Senza togliere i meriti all’Udinese, certo; gran prova difensiva della squadra di Colantuono, apprezzabile anche in mezzo al campo e pronta a colpire alla prima ed unica vera occasione, nella quale Lichtsteiner si dimentica che prima di attaccare bisogna difendere. Pigrizia mentale forse, e Cyril ringrazia, per un goal storico.
LA CRONACA: Squadre che si schierano in maniera speculare: Allegri si affida al 3-5-2 con i “soliti” tre davanti a Buffon, ossia Barzagli, Bonucci e Chiellini; Lichtsteiner ed Evra sulle corsie esterne, Pereyra, Padoin e Pogba in mezzo al campo, Coman a supporto di Mandzukic.
Stesso sistema di gioco, almeno sulla carta, per Colantuono, che propone Karnezis in porta, Heurtaux, Danilo e Piris in difesa, Edenilson e Adnan (preferito a sorpresa a Widmer) sugli esterni, Badu, Iturra e Bruno Fernandes in mediana, con Théréau e Di Natale in avanti.
Come da copione, la Juventus, sebbene col freno a mano tirato per una condizione non di certo ottimale, si spinge in avanti: prima “occasione” per Coman, ma il francesino calcia debole e completa il riscaldamento di Karnezis; poco dopo ottima chance per Lichtsteiner, che sfrutta una bella spizzata di Mandzukic dopo un’azione sulla catena di destra juventina, calcia di collo pieno con deviazione ma guadagna solamente un angolo. Qualche minuto più tardi Coman riesce a servire più o meno volontariamente Pereyra al termine di un’azione solitaria dalla sinistra, ma l’argentino, sbilanciato, compie praticamente un altro passaggio al portiere greco.
Dall’altra parte Bonucci salva su un colpo di tacco di Théréau per Di Natale, con il 10 friulano che se la prende per l’inutile finezza: controllo e passaggio avrebbero mandato in porta il capitano bianconero. Primo potenziale spauracchio per gli uomini di Allegri, che si riversano in avanti e hanno una doppia occasione con Lichtsteiner e Mandzukic: prima Pereyra serve in area di rigore il fluidificante bianconero, ma Karnezis si mette in mostra con un bell’intervento di piede e salva i friulani. Successivamente è lo svizzero che salta un volenteroso ma ancora inesperto Adnan e dal fondo pennella per il croato che di testa manda alto sopra la traversa e sancisce la fine di un primo tempo a senso unico, nel quale l’unico tiro dell’Udinese è un sinistro potente ma largo di Adnan, dopo un’azione personale.
Nella ripresa Colantuono inserisce Kone al posto di un infortunato Badu, mentre la Juve prova ad accelerare i ritmi: prima Pogba calcia a giro trovando solo un corner, poi al 58′ Bruno Fernandes compie un intervento in acrobazia che toglie il pallone dalla disponibilità di Pereyra e salva potenzialmente il risultato. Coman, prima di lasciare il posto a Dybala, offre a rimorchio a Padoin un rigore in movimento, ma l’ex atalantino calcia debole di sinistro, anche per la pressione di Kone (per la verità facilmente evitabile con una finta di tiro).
Altre due occasioni per i padroni di casa, sempre con Mandzukic: la prima proviene dopo un’ottima giocata a tre sulla catena di destra che libera Pereyra, il quale mette al centro ma l’ex Atletico prima calcia addosso a Karnezis poi, sulla ribattuta, non trova il pallone. La seconda giunge dalla sinistra dove, dopo un triangolo con Pogba, Evra crossa due volte, sulla seconda trova la torre juventina che di testa manda ancora alto.
Nell’Udinese entra Zapata per Di Natale per dare forze fresche al reparto offensivo e portare più peso specifico davanti, sfruttando in contropiede gli spazi lasciati da Chiellini e compagni. Proprio su una ripartenza, Bruno Fernandes scarica a sostegno per Kone che lascia partire un interessante cross sul quale Théréau, lasciato clamorosamente da Lichtsteiner, insacca di interno piede sinistro all’altezza del secondo palo.
Allegri prova il tutto per tutto gettando nella mischia Llorente, ma il basco pesta solamente i piedi al compagno d’area Mandzukic. I bianconeri esauriscono l’autonomia e si affidano solo a lanci lunghi per le due torri, ma la difesa friulana è impeccabile sui palloni alti e Karnezis dà sicurezza al reparto con diversa uscite alte. Entra anche un evanescente Isla al posto di Lichtsteiner sulla corsia di destra, ma il cileno, per usare un eufemismo, non incide.
Nel finale, con il neoentrato Widmer (al posto di Adnan, con Edenilson spostato sulla sinistra), l’Udinese sfiora addirittura il raddoppio, prima dell’ultimo, confusionario, assedio juventino.
L’ANALISI: Primo tempo a senso unico, con la Juve che, sebbene in ritardo di condizione e poco fluida nel gioco, riesce a presentarsi con una discreta continuità nell’area di rigore ospite, mancando però di precisione nell’ultimo passaggio o nella conclusione. Gli uomini di Allegri sembrano studiare come di consuetudine l’avversario per poi colpirlo al momento giusto e gestire la gara, ma a lungo andare la manovra non decolla e subentra la leziosità. Nella ripresa, dopo un quarto d’ora abbastanza intenso, i bianconeri crollano fisicamente e si affidano unicamente alla giocata verticale per Mandzukic, il quale è ingabbiato da Danilo e Heurtaux. Il centrocampo è sembrato mancare di personalità e, specie nell’ultima mezzora, di idee: spesso Padoin si è limitato a giocate semplici, lasciando a Pogba in più di un’occasione l’onere di impostare la manovra. Il francese ha altre caratteristiche, quando deve creare gioco diventa spesso lezioso ed oggi l’ha dimostrato; Pereyra ha iniziato bene, poi si è adattato al ritmo blando della squadra.
Ciò che è mancato è stato l’atteggiamento, poco umile, tanto da sottovalutare l’Udinese. Emblema di ciò è la libertà lasciata da Lichtsteiner a Théréau sul goal: lo svizzero era attaccato al numero 77 dei friulani, salvo poi fermarsi e concentrarsi sul pallone, non curandosi del movimento dell’avversario. Che ringrazia, e si prende la copertina.
Copertina più che meritata per l’Udinese di Colantuono, il quale ha saputo subito dare carattere ad una squadra che forse l’anno scorso ha avuto proprio in questo aspetto la sua principale lacuna. Encomiabile la prova del reparto arretrato, che ha concesso poco o nulla ai più quotati attaccanti juventini. Ottimo anche il centrocampo, Bruno Fernandes e Iturra su tutti: stoica la prova dell’ex Granada, così come quella del match-winner Théréau, che lotta come un leone, cuce centrocampo e attacco e alla fine trova la giusta ricompensa per il lavoro svolto. Molto bene anche Edenilson sulla destra, che annulla Evra, mentre Alì Adnan ha dimostrato di avere gamba e muscoli e un discreto sinistro ma è apparso piuttosto acerbo ed impreciso.
Allo Stadium dunque la festa è bianconera, ma friulana. La Juventus non aveva mai perso la prima di campionato in casa, la delusione inevitabilmente c’è ma bisogna non fare drammi. Ci sono una serie di fattori che vanno considerati, anche se non possono fungere completamente da attenuante: la preparazione, per ammissione dello stesso Allegri è stata diversa e più intensa, e come si è visto ha pesato sulle gambe dei giocatori (ciò si evince anche dai numerosi infortuni muscolari nel precampionato, per ultimo Marchisio); la squadra è nuova, va rodata, non otterrà magari i risultati sperati nell’immediato ma se si lavora con diligenza il futuro è assicurato. Inoltre, sono andati via tre veri leader dello spogliatoio, oltre che in campo, e Allegri, insieme ai senatori, dovrà individuare quale dei giovani potrà sostituire carismaticamente Pirlo, Tevez e Vidal.
Cantiere aperto a Torino, manca una settimana di mercato e la dirigenza saprà come muoversi; con l’ormai imminente arrivo di Cuadrado, la prorità rimane un trequartista o un centrocampista che sappia fare gioco perché in assenza di Marchisio manca un vero e proprio regista.
Nel frattempo Allegri pensa al campo: domenica c’è la Roma, per una sfida tra due grandi, ferite ed arrabbiate, che si preannuncia già incandescente.