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Unione Triestina, rosa rinnovata per la nuova stagione di Serie D

La Triestina in festa, durante l'ultimo derby con il NK Kras Repen, finito 1-1 (Be360images.com)
La Triestina in festa, durante l’ultimo derby con il NK Kras Repen, finito 1-1 (Be360images.com)

Ormai anche i club di Serie D stanno scaldando sempre più i motori, in vista dell’imminente inizio di stagione fissato per il 6 settembre. Tra i molti che hanno sfruttato l’estate per avviare la preparazioni, in vista dell’arduo campionato che li attenderà, ci sarà anche quest’anno il punto più estremo a Nordest della Penisola: la Triestina.

Al secolo Unione Sportiva Triestina, la società è rinata dal crack finanziario che la sconvolse qualche anno fa, cambiando il nome in Unione Triestina 2012 Società Sportiva Dilettantistica. Una storia che trova, però, radici ben più lontane nel tempo: venne fondata infatti nel 1919, dalla fusione delle già esistenti Ponziana e Foot-Ball Club Trieste, richiesta dalle autorità austroungariche (all’epoca la città era il potere di Vienna) poiché entrambe giocavano nella Piazza d’Armi nella caserma imperiale di Piazza Dalmazia, evitando così li scontri tra fazioni.

Vista la delicata posizione geografica e gli avvenimenti che rese protagonista la città, nemmeno il calcio potè rimanere intaccato da tutto ciò. Tanto che si unì con la storia del club rossoalabardato in molte occasioni: ad esempio, fu l’unica squadra che non aveva sede in Italia a partecipare alla Serie A a girone unico, dal 1947 al ’54, ossia l’epoca in cui, a seguito delle rivendicazione italiane e jugoslave sulla Venezia Giulia, Trieste divenne “Territorio libero”.

Il periodo d’oro dei rossoalabardati è costellato di gradi nomi: ci sono tre stelle dell’Italia vincitrice ai Mondiali del ’38 (Piero Pasinati, Gino Colaussi e Bruno Chizzo); nel dopoguerra sarà il turno del grande Nereo Rocco, prima giocatore e poi allenatore, capace di portare i suoi al secondo posto con Juve e Milan nel ’47-’48; nel ’53 Cesare Maldini farà il suo esordio in Serie A, la prima tappa di una carriera incredibile e lunghissima e tanti altri giocatori e mister di prestigio.

Ma la storia è costellata anche da grandi insuccessi e fallimenti: fra tutti, le retrocessioni in Serie D, la prima risalente nell’annata 1970-71. Vi ripiomberà di nuovo nel 2012, quando la società sarà costretta a dichiarare bancarotta e sarà radiata dalla FIGC: tutto ricomincia dall’Eccellenza del Friuli Venezia Giulia, arrivando seconda ma perderà i play-off per la promozione in D con il Pro Donero. Nonostante ciò, verrà ripescata, rimanendovi fino ad oggi, nel girone C.

Allenati la stagione scorsa da mister Ferazzoli, i giuliani stanno vivendo l’ennesima situazione di crisi. A quanto si legge su un sito dei tifosi triestini, Unionetriestina.it: “Per un debito di 10.000 € verso un bar di Trieste pagato solo al’ultimo la società è a rischio fallimento presentando anche tutta la documentazione e le garanzie necessarie per il futuro con altri creditori alle porte. Sono da sistemare gli aspetti sia economici, sul piano tecnico scelto il direttore sportivo Sergio Pinzin e l’allenatore che sarà Cristiano Masitto”, proveniente dal settore giovanile della Fiorentina.

Cristiano Masitto, nuovo mister della Triestina ed ex degli Allievi Lega Pro della Fiorentina
Cristiano Masitto, nuovo mister della Triestina ed ex degli Allievi Lega Pro della Fiorentina

Inoltre, la rosa sarà drasticamente riformata: Daniele Rocco e Daniele Proia, tra i protagonisti dell’ultima salvezza raggiunta in extremis con i play-out, e quasi tutta la rosa fra i quali alcuni giovani del vivaio lasciano la squadra. Ad arrivare saranno, invece, gli attaccanti Zubin e Pittarello dal Padova, Kabine Medhi dall’Alto Vincenzino, Antonio Baggio del Giorgione, i centrocampisti Pettarin dal Forlì e cresciuto nell’Italia San Marco di Gradisca d’Isonzo e Mattielig, già a Trieste nel 2011-12 ed il difensore Beghin. Dire quindi con che modulo giocheranno i rossoalabardati è piuttosto difficile: l’anno scorso aveva usato il 4-3-3, ma adesso sarà tutto da rivedere.

Non finisce qui, perché i tifosi hanno ormai voltato le spalle alla società: dopo le prime amichevoli tutt’altro che entusiasmanti e i dissesti finanziari, questi “hanno (…) dichiarato da tempo di togliere il marchio e perso la fiducia verso questa proprietà, dopo un annata tormentata ed una gestione negativa e si sono fatti sentire chiedendo a a gran voce la cessione del club”, è la nota conclusiva del sito.

Il trambusto a Nordest è ancora più assordante con l’incertezza che ancora avvolge il massimo campionato dilettantistico italiano: prima l’annullamento dei turni Coppa Italia di domenica 23 e domenica 30 agosto, slittati di un mese; poi la data di ufficializzazione dei gironi, in programma per il 28 agosto: in pratica nessuno conosce ancora i propri avversari, situazione imbarazzante causata però da rinunce e ripescaggi di club in situazioni problematiche come i giuliani.

La speranza per i triestini sarà legata ai tanti talenti giovanissimi, uniti all’esperienza di atleti già con decine di stagioni alle spalle e di provata esperienza tra Lega Pro e Serie D. L’avversario più tosto sarà però l’irritazione degli ultràs, che nei giorni scorsi hanno fatto irruzione durante gli allenamenti della squadra per protestare contro la società. La differenza potrà farla sicuramente il classe ’96 Simone Solinas, arrivato dalla Primavera del Cagliari a inizio agosto dopo qualche minuto in Serie A: un’ulteriore marcia in più, che dovrà coinvolgere tutto il gruppo e non solo un giocatore.

Simone Solinas con la maglia del Cagliari, dove ha collezionato 1 presenza in Serie A nell'ultima stagione
Simone Solinas con la maglia del Cagliari, dove ha collezionato 1 presenza in Serie A nell’ultima stagione (foto Il Piccolo)

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