Il campionato di Serie B, si sa, è ogni anno imprevedibile e rivela sempre numerose sorprese. L’anno scorso, in particolar modo, abbiamo assistito ad un ribaltamento dei pronostici iniziali, con la prima promozione storica in Serie A del Carpi (dal quale ci si aspettava verosimilmente un piazzamento a metà classifica come l’anno precedente) e del neopromosso Frosinone e, dall’altro lato, la retrocessione sul campo di squadre più quotate come Varese e Brescia, con quest’ultima in particolar modo che era additata come compagine da primi posti.
Un occhio allo scorso anno:
Le retrocesse dalla Serie A hanno faticato parecchio: tragicomica l’avventura fra i cadetti del Catania che, se sulla carta si presentava come una delle favorite per la risalita nella massima serie, sul campo ha dovuto fare i conti con una forte discontinuità, sia di guida tecnica (prima Pellegrino, poi Sannino, quindi di nuovo Pellegrino ed infine Dario Marcolin), sia di gioco e risultati, segno che in questo genere di campionato non basta avere i cosiddetti “nomi da Serie A” per andare bene; anzi, spesso si rischia di creare l’effetto contrario, con giocatori blasonati che sottovalutano avversari e competizione e che non riescono mai ad amalgamarsi tra loro, sentendosi troppo superiori per via del loro passato e mancando spesso di umiltà.
Anche il Bologna ha vissuto una stagione complessa. Fino alla sosta natalizia sembrava tutto già scritto, con la squadra di Lopez virtualmente promossa nella massima serie assieme al Carpi e le altre squadre staccate a giocarsi i playoff; poi, complice l’incredibile rimonta di Vicenza e Frosinone ed un calo di gioco e di risultati, i felsinei hanno dovuto disputare i playoff con il nuovo allenatore Delio Rossi, ovviamente da favoriti; ma anche qui gli emiliani non hanno saputo mantenere le aspettative e hanno abbandonato il purgatorio con poco merito e tanta fortuna (il palo di Castaldo e la traversa di Melchiorri, entrambe all’ultimo minuto e che avrebbero eliminato i rosso-blu, gridano ancora vendetta).
Infine, il Livorno, altra delusione della scorsa stagione: anche qui un esonero, con Panucci subentrato a Gautieri, ma l’ex terzino della Nazionale non ha saputo risollevare le sorti di questa nobile decaduta, schiava delle pressioni interne e mai collaudata fino in fondo. Alla delusione di un campionato al di sotto delle aspettative, si aggiunge quella di non essere riusciti a centrare nemmeno i playoff, chiudendo con un nono posto che non si addice minimamente agli obiettivi posti dal presidente Spinelli ad inizio stagione.
Soffermandoci sulle sorprese positive, oltre ai già citati Carpi e Frosinone, si pone in evidenza il Vicenza, che, ripescato e con un mercato fatto in fretta e furia grazie alla proroga, è riuscito a sfiorare la qualificazione diretta grazie alla risalita targata Pasquale Marino, salvo poi crollare nei playoff.
Altra squadra che ben ha figurato ribaltando i pronostici è stato il neopromosso Perugia di Camplone, che dopo un avvio straripante si è normalizzato ed ha concluso dignitosamente al sesto posto, venendo poi eliminato ai playoff, obiettivo comunque in cui in pochi in casa umbra speravano ad inizio stagione.
E quest’anno? A quali sorprese potremmo, sempre usando il condizionale ovviamente, assistere?
Il Vicenza dovrà confermarsi dopo l’exploit della scorsa stagione. Ovviamente non sarà semplice, ma Marino sta già lavorando per costruire una formazione competitiva e diversa che possa non cadere nella classica crisi del secondo anno, dove solitamente si fatica a ripetersi e si diventa prevedibili se non si cambia qualcosa. Cambiare si, ma non tutto: si parte dal rinnovo di Cocco, capocannoniere della scorsa stagione, che davanti sarà assistito non più da Giacomelli, in partenza, ma dall’ex Lanciano Gatto, molto promettente e di proprietà dell’Atalanta. Mantovani e Pazienza sono invece due innesti di esperienza che dovranno saper guidare i rispettivi reparti, difesa e centrocampo, per trascinare i labronici verso le zone alte della classifica.
Il Bari come ogni anno ha grandi ambizioni, che puntualmente però vanno scemando nel corso del campionato; quest’anno, con gli arrivi di Puscas e Camara dell’Inter e di Gianluca Sansone che, dopo la parentesi al Bologna, ha voglia di sentirsi al centro di un progetto ambizioso come quello del patron Paparesta, potrebbe essere davvero l’anno buono per la promozione. A completare l’ipotetico tridente c’è De Luca, confermato dall’anno scorso e pronto a far ricredere chi, in passato, non ha creduto troppo in lui.
Lo Spezia di mister Bjelica, forse una delle formazioni più interessanti, è un mix di etnie e culture calcistiche differenti: dall’importante colonia slava capitanata da Bjelica stesso, che vede in Situm, Brezovec, Culina e Canadija gli interpreti di un calcio veloce ed estroso, agli spagnoli De Las Cuevas e Juande, che hanno dato ordine e qualità al centrocampo, passando per una difesa forte ed italiana che, con l’arrivo di Terzi dal Palermo, dà grande sicurezza; in questa stagione i liguri potranno contare anche sull’esperienza di Calaiò, che andrà ad affiancare Catellani, e si candidano fortemente ad un ruolo da protagonisti.
Anche Avellino e Pescara dovranno confermarsi squadre di vertice: gli irpini, vista la partenza di Comi (destinazione Livorno), hanno puntato sull’esperienza di Tavano, che sommata a quella di Castaldo andrà a completare un reparto offensivo che annovera anche i “talentini” Trotta e Roberto Insigne. In difesa è partito sì Bittante, ma è arrivato il promettente Nica, mentre a centrocampo, se parte l’ex spallino Togni, si punta su Federico Moretti, rivelazione a Vicenza lo scorso anno.
Gli abruzzesi, rivoluzionati dal mercato in uscita, con le partenze di Brugman, Bjarnason e Politano, hanno deciso di puntare sui giovani: da tenere d’occhio, su tutti, il baby Mandragora, scuola Genoa, e Valoti, oltre all’eterna promessa Caprari che, complice la partenza di Politano, potrà ritagliarsi uno spazio ancora maggiore; l’attacco sarà guidato dall’ex bomber del Teramo Lapadula, il quale dovrà far dimenticare presto ai tifosi l’addio più doloroso, quello di Melchiorri, approdato a Cagliari.
Cagliari, per l’appunto: mercato stratosferico degli isolani, pronti a tornare nella massima serie immediatamente: oltre all’ex pescarese, presi Storari, Fossati, Di Gennaro, Krajnc e confermati i big come Donsah, Sau e Dessena. Interessa Amauri, altro lusso per la B. Squadra ambiziosa, che Rastelli dovrà saper amalgamare bene per non incappare in quei problemi, psicologici e di ambientamento, che hanno colpito Bologna e soprattutto Catania nella passata stagione.
Infine, un’occhiata alle altre: il Modena di Crespo, dopo un’annata deludente e travagliata, vuole rialzarsi; per farlo, il presidente Caliendo e il ds Taibi, puntano su una linea verde costituita dai promettenti Hiwat (PSV), Sowe (Chievo) e Vestenicky (Roma), accompagnata dall’esperienza di Belingheri e forse di Valiani, in uscita da Latina. Con la conferma di Granoche, i canarini sembrano pronti a poter dire la loro e tornare ad alti livelli.
Rimanendo in tema giovani, curioso e lodevole, in un calcio dove spesso i ragazzi di casa nostra vengono poco considerati, il caso della Pro Vercelli, che ha appena prelevato in prestito 12 giovani dalla Juventus e si appresta a lanciarli nel calcio che conta. I piemontesi potranno contare anche su Beltrame, arrivato sempre dai bianconeri, e sul ritorno di Giacomo Beretta, per il quale è stato rinnovato il prestito con il Milan.
Tra le possibili outsider troviamo il ripescato Brescia, che spera di seguire le orme del Vicenza dell’anno scorso e che si affida a Boscaglia per la panchina (che sogna il suo pupillo Mancosu, in uscita da Bologna) ed il Como, con la premiata ditta Le Noci-Ganz pronta a fare faville anche in B, coadiuvata dall’esperienza di Marco Cassetti e magari anche di Giulio Ebagua, che pare molto vicino.
Insomma, un campionato tutto da seguire e spesso sottovalutato, che preannuncia grandi emozioni, con giovani vogliosi di emergere e vecchie glorie che potrebbero vedere in questa stagione l’ultima possibilità di togliersi qualche soddisfazione e magari, perché no, di riapprodare nel massimo campionato.